Biosicurezza avicola e non conformità. Una nota del Direttore Generale della Sanità Animale accompagna il dispositivo che ha prorogato al 31 gennaio 2026 la ZUR. La situazione epidemiologica nazionale ed europea rende sempre più necessario far applicare agli operatori "rigorose e continue misure di biosicurezza". Altrettanto importante è che i Servizi Veterinari sollecitino la comunicazione di "qualsiasi situazione sospetta connessa a lievi cali di consumo di mangime, lievi rialzi di mortalità o diminuzione dell’ovodeposizione".
La malattia è ricomparsa in allevamenti che erano già stati focolai negli anni precedenti, "segno che i rischi - osserva il Direttore Generale Giovanni Filippini- continuano a permanere per le aziende poste in zone ad alto rischio di introduzione dell’influenza aviaria".
Eventuali non conformità rilevate negli allevamenti focolaio devono "necessariamente portare a una valutazione circa l’erogazione dell’indennizzo previsto dalla legge n.218".
Infine, la direzione ministeriale sollecita la rimozione, per quanto possibile, delle carcasse di uccelli selvatici, al fine di ridurre il rischio di infezione di altri uccelli selvatici, domestici nonché dei mammiferi.
Queste le indicazioni ai Servizi Veterinari Regionali delMinistero della Salute, dopo la proroga al 31 gennaio 2026 della ZUR, considerata "l’eccezionale alta circolazione del virus HPAI nella popolazione di uccelli selvatici rispetto agli anni precedenti e la conseguente elevata contaminazione ambientale".