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SURVEY IN 7 PAESI DEL MONDO

FVE: emergenza lunga, rischioso limitarsi alle sole urgenze

FVE: emergenza lunga, rischioso limitarsi alle sole urgenze
L'emergenza globale da Covid-19 sta causando notevoli difficoltà economico-finanziarie alla professione veterinaria di molti Paesi.


"Visto il protrarsi di questa crisi, limitarsi alle prestazioni urgenti o di emergenza, non sarà più sostenibile, potrà creare seri problemi di salute e di benessere animale e probabilmente un sovraccarico di lavoro al termine dell'emergenza". La riflessione è della FVE che cura sul proprio sito una pagina di approfondimento sull'emergenza Covid-19, nella qualle presenta i risultati di una ricerca indipendente a cura di CM Research.

La percezione dei veterinari italiani-
CM research monitora settimanalmente un campione di veterinari e di proprietari in sette Paesi, fra cui l'Italia (con Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, USA, Australia). In base alle ultime rilevazioni, il 2 aprile scorso (Wave 2) la stragrande maggioranza dei veterinari in tutti i sette paesi segnalava una riduzione del numero degli appuntamenti dati ai clienti, rispetto alla settimana precedente (Wave 1, 28 marzo).
La riduzione è stata particolarmente avvertita nel Regno Unito, dove recentemente sono state messe in atto nuove misure, come il teleconsulto e la messa in attesa del cliente al di fuori della struttura. Subito dopo ci sono i veterinari italiani: è l'84% del campione nazionale a segnalare cali progressivi negli appuntamenti dati ai clienti.
Nell'ordine, i veterinari del Regno Unito (89%), Francia (87%) e Italia (79%) hanno massimizzato il ricorso alla preverifica telefonica della necessità di intervento sull'animale e scelto di ammettere nella struttura solo casi urgenti (rispettivamente: 85%, 77%, 76%)
I veterinari italiani sono al primo posto per calo delle entrate economiche: -62% (contro il -56% nel Regno Unito  e il -54% nella Francia, dove pure le relazioni con i clienti hanno subito cali più consistenti che in Italia). Ciononostante, i veterinari italiani sono i meno pessimisti di tutti i sette Paesi sul futuro andamento della crisi pandemica; per contro sono i più preoccupati a livello di rischio personale.

Urgente oppure no: il dibattito è aperto- Su quali prestazioni veterinarie debbano essere considerate urgenti o meno negli animali da compagnia, la discussione è ancora aperta in molti Paesi. La FVE cita al riguardo il Regno Unito, dove l'RCVS ha creato un diagramma di flusso decisionale per aiutare i Medici Veterinari a scegliere se rinviare o accogliere il paziente. In Francia non ha riscosso il consenso del Ministero competente nè di molti iscritti la decisione dell'Ordine dei Veterinari di chiudere le strutture al pubblico e di lavorare per sei mesi solo in telemedicina.
Alla base della scelta di limitarsi ai casi urgenti non c'è solo la prevenzione del contagio, ma anche il risparmio economico di risorse e forniture della struttura veterinaria (es. dispositivi sanitari e farmaci). A favore della continuità delle cure e dei servizi, ci sono invece le strategie di adattamento dell'esercizio professionale alla situazione epidemiologica,  atraverso l'adozione di un adeguato livello di biosicurezza.

Chiedere sussidi e sgravi- Se il settore veterinario non è ancora stato inserito negli interventi economici dei vari Governi, la FVE ne raccomanda l'inclusione, prospettando difficoltà economico-finanziarie che il perdurare della pandemia può solo aggravare. La raccomandazione della Federazione dei Veterinari Europei è di attivarsi presso le istituzioni di riferimento nazionale per ottenere interventi di supporto: differimenti tributari, sgravi fiscali, prestiti e sostegno al reddito professionale che in alcuni casi si è più che dimezzato.

Essenziali e one health- Dall'Organizzazione Mondiale della Sanità Animale le attività veterinarie sono considerate essenziali per gli animali, per la sicurezza e la continuità di approvvigionamento alimentare e per la tutela della salute pubblica. Tutti i Paesi in Europa riconoscono la veterinaria come attività essenziale e non ne hanno bloccato l'esercizio.
Con l'intensificarsi delle attività di ricerca contro il virus SARS CoV-2, la veterinaria sta dando un apporto diagnostico, di ricerca e di sperimentazione delle cure. Il ruolo degli animali da compagnia nei contesti familiari sta ulteriormente evidenziando l'importanza della sorveglianza epidemiologica in chiave one health. Su queste basi, in Spagna, le organizzazioni veterinarie hanno avviato un aspro confronto con le autorità di governo per il mancato ingresso di esperti veterinari nel comitato scientifico che sta gestendo la pandemia.

pdfSINTESI_CM_RESEARCH.pdf1.48 MB