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JAMRAI AL CONSIGLIO AGRIFISH

La veterinaria fa la sua parte, ma l'AMR non migliora

La veterinaria fa la sua parte, ma l'AMR non migliora
La prossima settimana i Ministri dell'Agricoltura degli Stati Membri discuteranno degli insuccessi dell'Azione JAMRAI per migliorare il quadro della resistenza-antimicrobica in Europa.

L'ordine del giorno del prossimo Consiglio Agrifish prevede una informativa della Commissione Europea sulla Joint Action (JAMRAI) degli Stati Membri per fronteggiare insieme la resistenza antimicrobica (AMR) e le infezioni associate all'assistenza sanitaria. A lavori conclusi (settembre. 2017- sett. 2020) il bilancio non è soddisfacente e, nella sua informativa, la Commissione non potrà trascurare le critiche e le raccomandazioni della Corte dei Conti Europea.

L'Azione sinergica contro l'AMR non ha dato i risultati attesi per tutte le ragioni sintetizzate nella Relazione speciale sulla lotta alla resistenza antimicrobica, nella quale la Corte ha messo in luce che "nonostante i progressi compiuti nel settore veterinario, permane la minaccia sanitaria per l’UE".  E che nonostante i finanziamenti al JAMRAI (4,2 milioni di euro), "vi sono pochi elementi che attestano una riduzione dell’onere sanitario che la resistenza antimicrobica comporta".

Cosa non ha funzionato? La Commissione, dice la Corte, ha incontrato difficoltà nel facilitare la cooperazione fra Stati membri e "non disponeva di un approccio “One Health” completo. I lavori "non coinvolgevano le autorità ambientali e la partecipazione delle autorità veterinarie degli Stati membri è stata relativamente bassa"- afferma la Corte.
Inoltre, nella lotta all'AMR "il mandato della Commissione è stato definito più chiaramente per le questioni di natura veterinaria e alimentare" che per altri ambiti come l'assistenza sanitaria in campo umano e la ricerca farmaceutica.

Infezioni in campo umano-  La Corte stima che il 40 % dell’onere sanitario relativo alla resistenza antimicrobica è causato da batteri resistenti agli antibiotici di ultima istanza (carbapenem e colistina). "Vi sono chiari riscontri che in Europa le infezioni nosocomiali (HAI) costituiscono la principale fonte di infezioni causate dalla resistenza antimicrobica negli esseri umani".  E che "la trasmissione di batteri resistenti negli ospedali e altre strutture sanitarie è un problema serio": ogni anno nell’Unione si contano quasi nove milioni di casi di infezioni associate all’assistenza sanitaria. Oltre la metà delle infezioni nosocomiali si sviluppano in unità ospedaliere di terapia intensiva, causate da batteri patogeni resistenti.

Strategie in campo veterinario- Il consumo di antimicrobici negli animali destinati alla produzione di alimenti "è molto più elevato che negli esseri umani, in termini di consumo totale o di dosi rapportate al peso". Ma la Corte riconosce i progressi e che "l’uso prudente degli antimicrobici veterinari negli Stati membri è aumentato". Per continuare su questa strada, sarà necessario che la Commissione sostenga gli Stati Membri nell'applicazione della nuova normativa UE sui medicinali veterinari "definendo requisiti minimi e considerando un sostegno finanziario".
In assenza, la road map prevista dal Regolamento europeo sui medicinali veterinari sarà una strada in salita.
La Corte raccomanda che nella futura politica agricola comune (PAC) la prevenzione della resistenza antimicrobica rientri nel campo d’azione obbligatorio dei servizi di consulenza agricola, che le autorità nazionali siano tenute a offrire consulenza sulle pratiche agricole atte a prevenire lo sviluppo della resistenza.

Ricerca farmaceutica- "Da oltre 30 anni non viene scoperto alcun nuovo tipo di antibiotici. Alcuni , tuttora efficaci, sono ritirati dal mercato". Si tratta di una decisione unilaterale delle società farmaceutiche su cui la Commissione ritiene di avere limitate possibilità di esercitare un'influenza, pur essendo proattiva. La Commissione sta esaminando quali tipi di iniziative (meccanismi di tipo "pull") possano stimolare lo sviluppo di nuovi antimicrobici. A questo stadio la Commissione non ha presentato una proposta specifica ma prosegue il dialogo con gli Stati membri.

Lotta alla resistenza antimicrobica: nonostante i progressi compiuti nel settore veterinario, permane la minaccia sanitaria per l’UE