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GOVERNO CLINICO E VETERINARIA REGIONALE

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Il Sottosegretario Serafino Zucchelli ha incontrato martedì 23 gennaio le Federazioni degli Ordini dei veterinari, medici, farmacisti, biologi, chimici e degli psicologi. La riunione era preliminare all’annunciata volontà del Ministro Livia Turco di portare entro la fine di marzo alle Camere il disegno di legge delega sul governo clinico. La notizia è pubblicata sul sito ufficiale della FNOVI. ”Nel mio intervento- scrive il Presidente della Federazione Gaetano Penocchio -, rappresentata l’esigenza di arrivare ad una piena stabilizzazione del personale precario, ho sottolineato la necessità di disporre di articolazioni organizzative veterinari regionali; ci sono Regioni che non dispongono dei livelli regionali ed altre che vengono dirette da profili professionali che nulla hanno a che fare con la medicina veterinaria” . Il governo clinico è un sistema reticolare e pluri-professionale di indirizzo e governo delle attività tecnico sanitarie finalizzato all’efficacia, appropriatezza e sicurezza delle prestazioni nell’ambito delle risorse definite. Promuovere il governo clinico significa, dunque, valorizzare questo sistema che deve comunque potersi esprimere a tutti i livelli del servizio sanitario nazionale e regionale per arrivare alle aziende, al dipartimento, al distretto, alle attività territoriali Il punto di forza della Clinical Governance è l’attribuzione, come compito istituzionale, ai Direttori Generali di obiettivi di qualità; questa identificazione della missione delle aziende sanitarie, determina l’attivazione di sistemi e livelli di responsabilizzazione volti a ricercare e migliorare la qualità e non più a rispondere a criteri economici e di efficienza. “ Ma non ci sarà governo clinico - aggiunge Penocchio- se non saremo in grado di evitare quei fenomeni di lottizzazione che vedono le posizioni dirigenziali (e non solo) spartite ad un tavolo politico dove si concertano occupazioni di spazi e di ruoli affatto relazionati alle capacità ed alle conoscenze dei sanitari. Requisito d’accesso alle posizioni dirigenziali sono sempre di più l’appartenenza a contenitori politici o sindacali”.