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CELL BASED FOOD

Cibi sintetici, EFSA: stato dell'arte e prospettive in Europa

Cibi sintetici, EFSA: stato dell'arte e prospettive in Europa
Sono ancora pochi gli studi che hanno dato risposte sulla carne coltivata e sul suo impatto sui sistemi alimentari. L'EFSA dà il via a un progetto per fare il punto sulle conoscenze.

La cell-based agriculture potrà aiutare l’Unione Europea a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità previsti dalla Farm to Fork Strategy e dal Green Deal? La risposta non c’è ancora. La forniranno i ricercatori europei del progetto finanziato Cultured meat and cultured seafood – state of play and future prospects in the EU, il cui bando è stato aperto a dicembre dell’anno scorso per tutti gli Stati Membri e prossimo alla scadenza il 12 aprile 2023.

Fino ad ora, spiega l’EFSA, sono stati sviluppati pochi studi per comprendere l'impatto del ciclo della carne coltivata (produzione, consumo, spreco) sull'ambiente. Grazie a questo progetto, gli attori della filiera alimentare dell’Unione Europea avranno un’ampia valutazione d’impatto ambientale e di sicurezza alimentare dei cibi sintetici: carni e prodotti ittici coltivati (anche chiamati in vitro, coltivati in laboratorio, artificiali, cellulari o derivati da cellule).

“Stime approssimative basate su una valutazione del ciclo di vita suggeriscono emissioni di gas serra, fabbisogno di terra e consumo di acqua inferiori rispetto alla carne convenzionale” - si legge nella presentazione del progetto di ricerca. Le conclusioni sull'uso dell'energia possono perà variare a seconda della metodologia utilizzata e delle ipotesi formulate. Restano da esplorare anche gli aspetti sociali e culturali di queste nuove tecnologie alimentari, il grado di accettazione etica, i risvolti sul benessere animale, il rapporto economico costi-benefici, sia per chi produce che per chi acquista, compresi gli imballaggi e l’impatto sulla produzione di rifiuti.

La messa a fuoco del problema richiede anche un confronto con la zootecnia tradizionale: cosa fare del suolo eventualmente non più utilizzato dalla produzione zootecnica e di aree dove la scomparsa degli allevamenti determinerebbe la scomparsa di un assetto economico-occupazionale. Gli interrogativi dovranno abbracciare anche il settore dei co-prodotti del bestiame, come pellame, alimenti per animali domestici, cosmetici, fertilizzanti, ecc.

Attualmente, nella UE le carni in vitro non sono autorizzate all’immissione in commercio e manca del tutto una legislazione che regolamenti le tecniche di produzione e i requisiti autorizzativi. Anche il campo normativo è incerto, potrebbe essere quello delle biotecnologie (quello degli OGM) oppure quello dei novel food (quello degli insetti edibili). In parallelo si stanno conducendo ricerche sul piano tecnologico, con i progetti MEAT4All e CCMEAT, per cercare di capire se possa davvero nascere un’industria alimentare delle carni in vitro.

Cultured meat and cultured seafood – state of play and future prospects in the EU