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I PRODUTTORI

Levoni (Assica): Cina principale mercato di destinazione

Levoni (Assica): Cina principale mercato di destinazione
La trattativa è durata oltre 15 anni e ha richiesto numerose missioni in Cina da parte dei più alti livelli tecnici e istituzionali del nostro Paese.

Gli accordi firmati sabato scorso a Villa Madama sono il risultato di anni di negoziati e incontri fra le autorità sanitarie cinesi e delegazioni di ispettori del Ministero dell’Agricoltura, delle Agenzie di Quarantena e delle Dogane cinesi  "e l’invio di copiosi fascicoli tecnico-sanitari da parte del Ministero della Salute".

Nicola Levoni, Presidente di ASSICA, si dice "orgoglioso di poter dichiarare che si tratta di uno straordinario risultato per il nostro Paese,  perseguito con determinazione e costanza per oltre 15 anni, supportando le nostre Istituzioni nelle lunghe e difficilissime trattative con le Autorità cinesi –

L’apertura della Cina alle nostre esportazioni di carni suine, grassi e frattaglie potrebbe generare già nella fase iniziale un fatturato export pari a 50 milioni di euro, permettendo al nostro Paese di recuperare posizioni importanti rispetto ai principali competitor europei.
Nel 2018, la Cina si è confermata il principale mercato di destinazione del comparto suino, assorbendo il 34,4% del totale delle esportazioni UE, una quota decisamente rilevante soprattutto se si considera che il Giappone, che occupa la seconda posizione fra i mercati di destinazione, assorbe l’11,6%.

Analizzando la composizione delle esportazioni del settore suino europeo verso la Cina, si rileva che:
– Il 47,3% del totale esportato è rappresentato dalle carni suine refrigerate o congelate;
– Lo 0,1% dai prodotti a base di carne;
– Il 51,5% dalle frattaglie;
– il 1,1% da grasso e lardo.

I principali Paesi europei esportatori verso la Cina sono Germania, Spagna, Danimarca, Paesi Bassi, Francia e Irlanda. Per quanto riguarda i nostri prodotti, in Cina è possibile esportare dal 2007 i prosciutti crudi stagionati 313 giorni e dal 2013 i prodotti cotti (mortadelle, prosciutto cotto). L’Italia, tuttavia, al momento ha una quota di mercato molto limitata, dovuta principalmente alla difficoltà di penetrazione dei nostri prodotti in una cultura gastronomica molto diversa dalla nostra e ai numerosi ostacoli di natura burocratica che le aziende esportatrici si trovano ad affrontare.

«A penalizzare il nostro Paese sono state senza dubbio le limitazioni alla gamma di prodotti esportabili che finalmente stanno venendo meno. Il prossimo obiettivo, non appena la prima spedizione di carni suine italiane congelate entrerà in Cina, è la ripresa delle negoziazioni per l’autorizzazione all’export di tutti i prodotti della salumeria italiana», ha concluso Nicola Levoni.