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DOPO LA PUNTATA DI REPORT

Metodo chimico e metodo istologico. De Filippo chiarisce in Parlamento

Metodo chimico e metodo istologico. De Filippo chiarisce in Parlamento
Il Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo ha risposto all'interrogazione presentata dal M5S dopo la trasmissione di Report del 26 aprile.

"Occorre chiarire che l'obiettivo del monitoraggio è l'individuazione delle aziende «a rischio», per indirizzare i successivi controlli ufficiali attraverso i metodi chimici, che sono attualmente gli unici ad avere validità legale ai fini delle attività sanzionatorie, in quanto in grado di rilevare e quantificare la presenza dei singoli analiti, mentre il test istologico non è una tecnica specifica per rilevare le singole molecole e la loro concentrazione". Il Sottosegretario con delega alla Veterinaria, Vito De Filippo, ha così risposto in Commissione Affari Sociali ad una interrogazione dell'On Mirko Busto (primo firmatario) sui controlli ufficiali in materia di residui. L'interrogazione è nata dalla trasmissione 'Vitelli dopati consumatori ingannati' trasmessa da Report il 26 aprile, nella quale venivano messi a confronto i metodi giudiziari con i controlli ufficiali.

"Nel corso degli anni- ha dichiarato De Filippo-  i risultati del test istologico vedono una prevalenza di casi «sospetti» di trattamento con steroidi sessuali pari al 2 per cento. Tale percentuale, essendo costante negli anni, è oggetto di ulteriori approfondimenti, legati al dubbio che tale risultato possa essere imputabile alla produzione naturale di ormoni. Per i corticosteroidi, presenti in farmaci autorizzati per il trattamento su animali, la prevalenza di sospetto all'esame istologico è dell'11 per cento. A fronte di tali sospetti sulla base delle lesioni anatomopatologiche, i controlli sugli animali eseguiti con il metodo chimico per la ricerca di residui di sostanze farmacologicamente attive, non hanno rilevato non conformità".

Il Sottosegretario ha fatto presente che il Ministero della salute, "proprio per integrare l'approccio chimico e biologico, ha finanziato uno specifico Progetto di ricerca biennale, teso ad aumentare l'accuratezza/specificità del test istologico, tramite la messa a punto e standardizzazione di tecniche immuno-isto-chimiche e lo sviluppo di due ulteriori metodologie biologiche di indagini (biosensori e proteomica).
Il Progetto ha previsto anche la collaborazione di un laboratorio inglese specializzato nell'antidoping, per ampliare la ricerca di molecole «nuove», a cui sono stati inviati campioni provenienti anche da allevamenti risultati sospetti al test istologico. Rispetto a quest'ultimo punto i risultati ottenuti, pur adottando ogni precauzione per garantire l'elemento sorpresa nei controlli e scegliendo il periodo più compatibile con eventuali trattamenti illeciti, hanno evidenziato l'assenza in tutti i campioni di sostanze ad azione anabolizzante di tipo steroideo e/o beta agonisti, sebbene gli allevamenti campionati fossero quelli con la più alta percentuale di positività all'esame isto-anatomopatologico riscontrate nel corso degli ultimi anni". Secondo De Filippo, "ciò evidenzia la necessità di approfondire la validità del test istologico che, evidentemente, può essere utilizzato come tecnica di solo «screening».

Nella sua risposta, il Sottosegretario ha ricordato che nel 2013, con il DDl Lorenzin- " sono state previste norme che tendono a rendere ancora più celeri ed efficaci i controlli, tra cui l'adozione di un testo unico in materia di sicurezza alimentare e l'introduzione di sanzioni ancora più pesanti per chi mette a rischio la salute dei consumatori".

La risposta ricorda infine che sono in discussione, a livello europeo, i nuovi regolamenti sull'utilizzo del farmaco veterinario e sui controlli per la ricerca dei residui, "e in tale sede la posizione italiana è quella di proporre l'adozione di misure ancora più stringenti a tutela dei consumatori".

Quanto alla ricerca di residui nel pelo, De Filippo ha concluso che " è una metodica che viene routinariamente utilizzata nei controlli ufficiali per la ricerca dei beta-agonisti. Pertanto, l'efficacia complessiva delle attività sviluppate in materia di contrasto all'utilizzo di sostanze auxiniche, non può essere messa in discussione da una singola vicenda giudiziaria, emersa peraltro a seguito di controlli ufficiali del servizio pubblico".

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