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DECRETO CRESCITA

Enti di previdenza, esentasse gli investimenti in economia reale

Enti di previdenza, esentasse gli investimenti in economia reale
Il Mise lavora ad una proposta per subordinare l’esenzione fiscale, concedibile alle Casse, al possesso di una quota minima di investimenti in "economia reale".

E' la ratio di fondo del Decreto Crescita, nelle prime bozze fatte circolare alla stampa, secondo una proposta del Ministero dello Sviluppo Economico: "Misura per incrementare gli investimenti qualificati di Enti privati di previdenza obbligatoria nell’economia reale".

Di incrementare gli investimenti "qualificati" degli enti di previdenza professionale si era già discusso a novembre, durante il 60° Enpav, alla presenza del Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon e dei vertici di Eppi, Inarcassa, Cassa Forense e Cassa dei commercialisti.
In quella occasione, il Sottosegretario Durigon  incoraggiò le Casse ad investire nella cosiddetta "economia reale", dando vita a un dibattito sulla natura degli investimenti "qualificati" e sulle agevolazioni fiscali (e normative) che li dovrebbero accompagnare. Lo scenario era quello della Legge di Bilancio 2019 e le Casse, allora, osservarono di essere già calate nella cosiddetta "economia reale" e di attendersi significative soglie di detassazione.

Vincolo di almeno il 3,5%- Adesso, con il Decreto Crescita, il Ministero dello Sviluppo Economico vorrebbe proporre una norma ad hoc per "dare maggiore impulso agli investimenti in economia reale". Prendendo atto che le Casse previdenziali "già utilizzano queste tipologie di investimenti in economia reale", la proposta del Mise “condiziona” l’esenzione fiscale al possesso di una quota minima di investimenti in economia reale (cioè  finanziamento delle imprese, investimenti in titoli, obbligazioni, fondi  immobiliari e altri fondi d’investimento alternativi): per accedere al beneficio in termini di detassazione, gli enti previdenziali privati devono infatti investire almeno il 3,5% degli attivi in azioni o quote di imprese, OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio) che investono prevalentemente in azioni o quote di imprese, quote o azioni di Fondi per il Venture Capital che operano in economia reale.
In altre parole, "un vincolo sull’attività di investimento degli Enti privati di previdenza obbligatoria"- afferma il Mise- per il riconoscimento dell’esenzione fiscale. 

Dal punto di vista delle casse dello Stato, tutto questo si tradurrebbe - è sempre il Mise a dirlo- "in un non quantificabile a priori effetto positivo, per via della minore esenzione fiscale complessiva che i contribuenti potrebbero ottenere". L'obiettivo dichiarato è "canalizzare le risorse" dei fondi e delle casse sull'economia italiana.


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