• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 30964
CAMERA DEI DEPUTATI

"Criticità" nel Classyfarm: interrogazione dell'On Cenni

"Criticità" nel Classyfarm: interrogazione dell'On Cenni
Un'altra interrogazione parlamentare sul sistema ClassyFarm. A presentarla è la parlamentare PD Susanna Cenni.

Quali sono i criteri di sostenibilità ambientale sottesi al progetto ClassyFarm? Lo chiede l'onorevole Susanna Cenni (PD) (foto) in una interrogazione presentata venerdì scorso alla Camera. L'interrogante chiede al Ministero della Salute se i contenuti del progetto ClassyFarm, "siano pienamente in linea con le direttive comunitarie di protezione dei suini, se garantiscano i consumatori e se tutelino complessivamente il made in Italy".

La deputata Cenni fa riferimento alla riunione del 21 ottobre scorso al Ministero delle politiche agricole, "con le sole associazioni di categoria", per illustrare il nuovo sistema di certificazione dei suini da ingrasso", alla quale non sono state invitate le associazioni riconosciute di protezione animale ed ambientale. L'interrogante chiede di conoscerne le ragioni, asserendo che queste associazioni " hanno espresso forte preoccupazione per il progetto di certificazione volontaria nazionale dei prodotti di origine animale, che per i suini da ingrasso prevedrebbe un solo livello con criteri di pochissimo superiori ai limiti di legge".

In particolare, nel progetto «ClassyFarm» "verrebbero evidenziate diverse criticità"- rileva l'on Cenni come ad esempio le  densità degli allevamenti (area e superficie) "di poco superiori ai livelli di legge e conseguentemente troppo modeste per caratterizzare una certificazione di benessere animale". Inoltre, la certificazione riguarderebbe solo la fase di ingrasso e non comprenderebbe la riproduzione. La certificazione «benessere animale» sarebbe quindi attribuita a prodotti suinicoli provenienti da scrofe allevate in gabbia. "Nessun livello superiore sembrerebbe essere previsto: questo significa - prosegue la deputata- che tutti gli allevatori virtuosi che già applicano criteri decisamente più sostenibili, anche i più piccoli, che dovrebbero essere maggiormente tutelati da chi dichiara di avere a cuore il made in Italy, sarebbero danneggiati dall'impossibilità di distinguersi sul mercato".

Quanto al  taglio della coda di routine, vietato dalla direttiva europea sui suini, "non viene apertamente menzionato nella tabella, neanche come criterio di accesso, pur essendo largamente diffuso in Italia (98 per cento a dicembre 2017 secondo audit UE)". La sezione relativa ai materiali manipolabili, "non solo appare insufficiente per definire un livello di benessere superiore, ma non descriverebbe correttamente neanche le caratteristiche per il rispetto della legge". Il materiale manipolabile, così come descritto in tabella, non sembrerebbe rispettare la «direttiva suini» 2008/120/CE e le indicazioni contenute nelle relative raccomandazioni 2016/336 della Commissione dell'8 marzo 2016.

Qualora venisse introdotto ufficialmente con gli attuali parametri, "potrebbe creare effetti controproducenti per gli animali, per le aziende che stanno attualmente modificando i loro allevamenti in funzione di un maggiore benessere dei capi di bestiame e per i consumatori (ed il made in Italy in generale) che dovrebbero confrontarsi con una certificazione che, a giudizio dell'interrogante, potrebbe risultare «ingannevole».


Inserire il ClassyFarm in un sistema nazionale di qualità