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DICHIARAZIONE OIE

World Rabies Day, una zoonosi da combattere alla fonte animale

World Rabies Day, una zoonosi da combattere alla fonte animale
Con un tasso di mortalità che sfiora il 100% negli esseri umani e negli animali, la rabbia rimane una minaccia globale che uccide 59mila persone ogni anno.

Nel giornata mondiale contro la rabbia, l'Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) invita a non abbassare la guardia. Una delle zoonosi più gravi che si conoscano minaccia molti Paesi del Mondo.
La sua letalità sfiora il 100% e miete 59mila vittime ogni anno, soprattutto in Africa e in Asia. Il 99% dei decessi derivano dal morso di cani.

L'OIE ha un programma di eradicazione che guarda al 2030, una data simbolo per le autorità sanitarie globali per sconfiggere la trasmissione della malattia dal cane all'uomo. "I cani sono il principale serbatoio della malattia"- osserva l'OIE- "Controllare ed eliminare la zoonosi mortale significa, quindi, combatterla alla fonte animale". In vista del 2030, l'OIE coordina le azioni a livello globale e accompagnare i paesi nello sviluppo e nell'attuazione delle loro strategie nazionali contro la rabbia.

Sebbene sia stata eliminata in Europa occidentale, Nord America, Giappone, Corea del Sud e in parti dell'America Latina, la malattia virale è ancora presente in gran parte dell'Africa e dell'Asia.A livello europeo, l'elevato livello di sorveglianza della malattia è alla base del certificato sanitario (pet passport) obbligatoriamente richiesto a cani, gatti e furetti che si spostano nel territorio unionale.

L'Italia è attualmente indenne dalla rabbia, ma lo status "rabies free" va attentamente sorvegliato. Fra il  2008 e il 2011, il Nord Est italiano ha dovuto confrontarsi con un ritorno dell' epidemia da rabbia silvestre che ha richiesto numerose campagne di vaccinazione orale delle volpi conseguendo l'eradicazione. Prima di allora l'Italia era territorio indenne dal 1997.

Inoltre, l'Italia ha adottato misure severe in ingresso non applicando i casi di deroga alla vaccinazione antirabbica ammessi dai regolamenti europei. In Italia non è consentita l'introduzione di cani, gatti e furetti anche di età inferiore alle dodici settimane che non siano stati vaccinati contro la rabbia; non consentita nemmeno l'introduzione di animali di queste specie tra le dodici e le tredici settimane vaccinati ma senza rispettare  la specifica tempistica circa il periodo di validità della vaccinazione antirabbica.

Il rischio di  reintroduzione della rabbia è associato all'importazione illegale o non controllata di animali. I casi sporadici registrati in Europa occidentale sono stati ricondotti a cuccioli importatiin violazione delle norme sanitarie vigenti.

RABIES - Aetiology Epidemiology Diagnosis Prevention and Control References
(Scheda a cura dell'OIE)