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BIODIVERSITA'

Anfibi e rettili, la UE rivaluta il rischio pesticidi

Anfibi e rettili, la UE rivaluta il rischio pesticidi
La Commissione sta elaborando un nuovo documento per la valutazione del rischio. Agli Stati membri eventuali restrizioni di utilizzo in base alla loro situazione ambientale.
Quali misure nell'Unione Europea per prevenire i rischi causati dai pesticidi negli animali, in particolare in danno di anfibi e i rettili in via di estinzione? Nella sua risposta scritta la Commissaria Europea alla Salute Stella Kyriakides riferisce di essere al lavoro per aggiornare i documenti di orientamento, previsti dal regolamento n.1107/2009 relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari. La Commissione sta attualmente discutendo con gli Stati membri la definizione delle priorità.

Secondo la firmataria dell'interrogazione - l'eurodeputata olandese Anja Hazekamp- gli effetti dei pesticidi su queste specie non sono noti perchè non esiste un documento di orientamento adeguato. Nel parere dell'EFSA del 2018, si conferma che le attuali valutazioni del rischio non forniscono il livello di protezione richiesto per anfibi e rettili.

Kyriakides ha spiegato che i prodotti fitosanitari non possono avere effetti inaccettabili sull'ambiente e che la valutazione del rischio dei prodotti deve essere condotta sulla base dei dati disponibili, compresi quelli provenienti dalla letteratura scientifica.  Inoltre, la Commissione dispone di un documento di orientamento per condurre la valutazione del rischio, che è già stato applicato su un'ampia gamma di specie quali, uccelli, mammiferi, pesci, anfibi, invertebrati, piante, alghe, microrganismi. In particolare, Kyriakides cita la valutazione degli effetti sulla trota iridea, utilizzabili- secondo la Commissione-  per la valutazione degli stadi vitali acquatici degli anfibi. Inoltre, sugli anfibi sono stati condotte valutazioni che prendono anche in considerazione l'interferenza endocrina.

I documenti di orientamento, previsti dal regolamento del 2009, sono in via di aggiornamento. Nella revisione, ha risposto Kyriakides, vengoo presi in considerazione i pareri scientifici resi disponibili dall'EFSA Gli attuali studi sono volti a ridurre al minimo i test sui vertebrati. Nel frattempo la Commissaria alla Salute chiarisce che  gli Stati membri, quando lasciano l'autorizzazione per l'uso di prodotti fitosanitari, possono stabilire restrizioni o misure di mitigazione del rischio in base alla loro situazione ambientale, anche tenendo conto delle specie in pericolo.

Il "ripristino della natura", invece, non rientra nel campo di applicazione del regolamento  n. 1107/2009. Agli Stati Membri l'eventuale adozione di interventi mirati.