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AUDIZIONE IN SENATO

PNRR, Confprofessioni: sostegno imprenditoriale ai llpp

PNRR, Confprofessioni: sostegno imprenditoriale ai llpp
In audizione al Senato sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Confprofessioni ha chiesto sostegno "allo sviluppo della dimensione imprenditoriale degli studi professionali".

Ascoltata dalle Commissioni Bilancio e Politiche dell'Unione Europea del Senato, Confprofessioni ha ribadito che nel Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) manca una strategia di sviluppo per le libere professioni. A suggerirle è stata quindi la stessa Confederazione indicando tre direttrici:

-stimolo al mercato dei servizi professionali;
-promozione di processi di aggregazione;
-arricchimento delle competenze trasversali dei professionisti.

Aggregazione per una competitività sovra-nazionale- Il settore dei servizi professionali rappresenta una parte consistente della ricchezza del Paese - si legge nel testo depositato a Palazzo Madama. Al tempo stesso, però, il tessuto professionale soffre di un’eccessiva parcellizzazione, che gli impedisce di investire risorse adeguatenella modernizzazione e nelle infrastrutture degli studi e quindi di competere ad armi pari con le realtà professionali, sempre più strutturate, dei Paesi europei, in un mercato che va oltre i confini nazionali.
Da tempo, Confprofessioni chiede di favorire processi di crescita e sviluppo dimensionale degli studi. La Confederazione ha già avviato iniziatice di cooperazione con istituti bancari. "Ma non basta: occorrono interventi pubblici sia per una complessiva riforma del quadro normativo, per rimuovere ostacoli non piùal passo con i tempi; sia per un sostegno economico teso all’ammodernamento delle infrastrutture e all’aggregazione tra professionisti".

Un piano di digitalizzazione delle professioni- Serve un piano ad hoc per le libere professioni "per evitare ritardi e diseguaglianze nelle competenze digitali, destinate a riverberarsi sui clienti". Inoltre, la massima parte delle attività di intermediazione con la Pubblica Amministrazione svolte dai professionisti – nel campo del fisco, del lavoro, della salute, dei servizi notarili, dell’edilizia – richiedono l’utilizzo di software e competenze digitali perl’accesso a piattaforme.
Gli studi medici, dentistici e veterinari sono chiamati a sostenere spese ingenti per l’adeguamento degli studi alla interconnessione degli strumenti diagnostici; le professioni tecniche si svolgono oramai prevalentemente in un ambiente connesso e con strumenti digitali avanzatissimi; nelle professioni legali e dei servizi contabili l’archiviazione tramite cloud sta divenendo prevalente e richiede uno sforzo straordinario di conversione degli archivi. A ciò si aggiungono le spese di adeguamento al Regolamento-Privacy, che fa gravare sugli studi professionali doveri di sicurezza informatica rispetto ai rischi di data breach.

"Come si vede, i professionisti devono investire in strumenti e formazione digitale: una sfida acui stanno, fin qui, facendo fronte con risorse proprie e che potrebbe inveceessere incentivata con i fondi del PNRR"- osserva Confprofessioni.

Il testo integrale dell'audizione