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DATI IZSLER

SARS CoV-2 nei visoni, bassa positività in 2 campioni su 1.124

SARS CoV-2 nei visoni, bassa positività in 2 campioni su 1.124
Sono 2 le positività per SARS CoV-2 negli allevamenti di visoni testati dall'IZSLER negli ultimi tre mesi. "Bassa carica" in due carcasse su 1.124 campioni totali.


Esperita un' azione di "accesso civico generalizzato", la LAV ha ricevuto riscontro dall'IZS della Lombardia e dell'Emilia Romagna sui casi di infezione da SARS CoV-2 negli allevamenti di visoni. La LAV aveva chiesto di conoscere gli esiti della sorveglianza negli allevamenti di visoni, in seguito all'intensificazione delle attività di prevenzione disposta a maggio dal Ministero della Salute.

Il 26 ottobre, il Direttore Sanitario Giuseppe Merialdi ha fornito i dati riguardanti i campioni "conferiti dalle autorità sanitarie", e "prelevati da un unico allevamento di visoni del territorio di competenza". Nella nota di Merialdi-  resa pubblica dalla Lega Anti Vivisezione-  Merialdi fornisce il prospetto delle analisi effettuate nei mesi di agosto, settembre e ottobre con i relativi esiti. Soltanto nel mese di agosto, a fronte di 555 campioni sottoposti a test molecolare per SARS CoV-2, sono state riscontrate 2 positività a bassa carica in carcasse sottoposte a tamponi faringei e ad esito di tamponi fecali. Tutti negativi,nvece, i 569 campioni dei mesi di settembre e ottobre.

Dopo la risposta dell'Istituto, l'associazione protezionista ha confermato di proseguire nelle iniziative per bandire l’attività di allevamento di visoni "già entro l’anno, evitando così di avviare nuovi cicli di produzione in quelli che ormai - dichiara la LAV- sono vere e proprie fabbriche di virus".

Evidenze in Europa- In Europa, i visoni si sono rivelati sensibili al virus SARS-CoV-2 e sono state segnalate infezioni in visoni d'allevamento. L'origine del contagio animale è considerata umana.  Nei Paesi Bassi due dipendenti di allevamenti infetti in cui è detenuto un numero elevato di visoni hanno contratto il virus SARS-CoV-2 dagli animali. Secondo la Commissione Europea, i visoni  non starebbero svolgendo un ruolo significativo nella diffusione del virus. Tuttavia, come misura precauzionale, al personale degli allevamenti di animali da pelliccia è raccomandato di indossare adeguati dispositivi di protezione individuale. In specifiche circostanze locali devono essere rapidamente applicate ulteriori misure precauzionali, quali l'esecuzione di test sugli allevamenti di visoni, una maggiore protezione di coloro che vi lavorano, il divieto di transito attorno a tali allevamenti, restrizioni dei movimenti di visoni, come pure l'abbattimento dei visoni nei locali infetti.

Secondo il professor Nicola Decaro, interpellato dalla Fnovi, "la maggiore preoccupazione che proviene dai visoni è, al momento, rappresentata dal possibile ruolo di amplificazione e di serbatoio che questi animali possono svolgere per quanto riguarda l’infezione dell’uomo. È necessario, pertanto, mantenere alta l’attenzione anche sul mondo animale, attraverso una continua sorveglianza epidemiologica e molecolare negli animali domestici e selvatici". Le recenti notizie di  varianti di SARS-CoV-2 che si sarebbero originate in visoni di allevamento in una regione della Danimarca, stanno destando "molto allarmismo, in larga parte ingiustificato", commenta Decaro.


COVID-19 e animali domestici e d'allevamento Domande e risposte

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