• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 30964
IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

Covid-19 nei macelli: la strategia della ATS Valpadana

Covid-19 nei macelli: la strategia della ATS Valpadana
Mentre il M5S chiede l'accesso agli atti, l'ATS Valpadana spiega il contenimento dei focolai in alcuni impianti del mantovano. Condizioni igienico-ambientali. Carni e animali sono sicuri.


Sono settanta i lavoratori positivi e duecento quelli messi in quarantena nei 5 macelli e salumifici del Mantovano che costituiscono il focolaio al momento più preoccupante in Lombardia.
In seguito allo screening a tappeto risultano avere contratto il coronavirus 54 lavoratori domiciliati in provincia di Mantova, 4 in quella di Cremona e i restanti in Emilia Romagna. Lo riferisce Ats Val Padana, contattata dall’AGI. Fonti sindacali e sanitarie assicurano tuttavia che "la situazione è sotto controllo".

I lavoratori sono per lo più italiani, indiani, ghanesi e in misura minore dell’Est europa. Al momento una sola persona risulta ricoverata in condizioni non gravi, mentre la maggior parte non presenta sintomi oppure ne ha di lievi. L’attività è stata sospesa in 4 impianti su 5 dopo che il Servizio di Sicurezza e Prevenzione negli Ambienti di Lavoro di ATS ha effettuato dei sopralluoghi per la verifica della corretta applicazione dei protocolli anti Covid-19 e di quelli igienico-sanitari. Dal controllo di atti e procedimenti non sono emerse irregolarità, ma, riferisce sempre Ats, si è deciso lo stop ale attività anche per procedere alla sanificazione.

"L’Ats sta facendo un lavoro certosino e scrupoloso su tutto il territorio viadanese - tranquillizza Marco Volta della Flai (federazione lavoratori agroindustria) Cgil - E’ importante che vengano fatti i tamponi nelle aziende del settore macellazione perché la lavorazione della carne comporta di avere delle temperature molto più basse rispetto ad altre situazioni produttive dove probabilmente il virus trova una situazione più fertile. In questo caso, da quello che abbiamo appurato, il focolaio non è partito all’interno, dai lavoratori dipendenti, ma da quelli che sono in appalto attraverso le cooperativ che svolgono le 'seconde lavorazioni'. Sono stati fatti circa mille tamponi e altri ne saranno eseguiti per evitare che si ripetano casi come in Germania. Nelle strutture ci sono dei comitati Covid e le normative sono rispettate, a quanto ci risulta”.

“La strategia - spiegano fonti di Ats - si esplica su più fronti, a cominciar dall’inchiesta epidemiologica: identificazione ed isolamento tempestivo dei soggetti positivi; rintracciamento, isolamento e test con tampone dei loro contatti stretti. Questa attività è fondamentale in quanto finalizzata all’identificazione e neutralizzazione di fonti e meccanismi di trasmissione dell’infezione. Poi si mantiene una stretta collaborazione coi medici competenti per i contesti lavorativi e quelli di famiglia. Terzo punto, è l’estensione “a tappeto” dell’esecuzione di test con tampone nasofaringeo a tutto il contesto lavorativo, dagli stabilimenti di produzione alle società di servizi e a quello comunitario di riferimento di casi e contatti stretti identificati. Poi, importante è la verifica sul campo da parte nostra della corretta applicazione delle misure di prevenzione e dei protocolli anti Covid-19. Infine, il canale di comunicazione tra Ats e sindaci e forze dell’ordine, a supporto dell’azione di controllo sul territorio in merito al rispetto della prescrizione dell’isolamento domiciliare”.

Accesso agli atti- Intanto, il Movimento 5 Stelle della Lombardia ha trasmesso una "articolata richiesta di accesso agli atti al direttore generale della Sanità Marco Trivelli e  all'Ats Valpadana, per fare totale chiarezza sui focolai da Covid-19  rilevati in alcuni macelli e salumifici della provincia di Mantova". 
La richiesta è stata depositata dal consigliere Andrea Fiasconaro  per sollecitare la sanità lombarda a un approfondimento specifico nella ricerca del virus Sars-CoV-2, oltre che sul personale  anche sugli animali condotti ai macelli. I dati possono essere  oltremodo utili per implementare eventuali nuove misure di prevenzione legate alla presenza di animali".

Condizioni ambientali- Intervistato dall'Eco di Bergamo, il Direttore dell'ATS di Bergamo Antonio Sorice puntualizza: “La preoccupazione per quello che sta succedendo nel mantovano c’è e la guardia non va abbassata". Ma si tratta di una condizione igienico-ambientale: "il virus entra dall'esterno portato da persone asintomatiche", mentre all'interno il microclima generato dalle celle può esporre i lavoratori a sbalzi di temperatura che abbassano le difese immunitarie. " Ma i cittadini non devono avere alcun timore: non è dal consumo di carne che viene trasmesso il virus SARS CoV-2". afferma Sorice.

Dopo otto mesi di studi internazionali da quando SARS CoV-2 ha fatto la sua prima comparsa in Cina, la sua trasmissione dalle carni e dagli animali domestici all'uomo è priva di evidenze scientifiche. (qui le ultime conferme al riguardo dall'OIE)