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COMUNICATO STAMPA

Veterinaria essenziale, ma tassata come un lusso: una beffa

Veterinaria essenziale, ma tassata come un lusso: una beffa
“Le belle parole del Ministro della Salute sono contraddette da un regime fiscale pesantissimo". Così il Presidente dell'ANMVI dopo il videomessaggio del Ministro Speranza.


Sono apprezzabili ma rischiano di restare vuote le parole che il Ministro della Salute Roberto Speranza ha rivolto ai Medici Veterinari durante l’assemblea degli Ordini Veterinari il 3 luglio scorso. Nel video girato per l'assemblea della FNOVI, il Ministro ha elogiato i Veterinari che “non si sono mai fermati” durante il lockdown, dando "un contributo fondamentale alle attività essenziali della nostra Italia".

I servizi veterinari (Codice Ateco 75) sono stati considerati un servizio di continuità essenziale e di rilevanza pubblica tale da non potersi interrompere nemmeno durante la quarantena nazionale. L'essenzialità della Veterinaria è stata dimostrata dalla pandemia, ma anche il recente caso di Lyssavirus in un gatto- fa notare in una nota l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI).

"Eppure questo stesso servizio essenziale è tassato al 22% come se fosse un lusso superfluo- rimarca il Presidente dell'ANMVI Marco Melosi che aggiunge: "In Italia (dato Istat) il rapporto cittadini-animali da compagnia è di 1 a 1. Non possiamo permetterci che la loro salute e il loro benessere sia minacciato dalla crisi economica e da un regime fiscale che va radicalmente rivisto con urgenza. Un rapporto così stretto fra persone e animali richiede un regime fiscale che non deresponsabilizzi il Paese".

"La soluzione più consona, al momento, è portare in un unico scaglione IVA al 10%, cure veterinarie, prodotti alimentari e medicinali veterinari"- conclude il Presidente dell'ANMVI.