BSE Atipica in Irlanda e la Cina blocca le importazioni

Il caso confermato di BSE atipica "è un duro colpo" per l'Irlanda, esportatrice netta di carni bovine che stava puntando sul mercato cinese e allo status "negligible risk".

"Finora abbiamo esportato oltre 3.000 tonnellate di carne bovina irlandese in Cina quest'anno. E' un duro colpo". L'emittente di Stato irlandese, RTE, dà risalto alle positività per BSE confermata dal Ministero dell'Agricoltura durante gli ordinari controlli a campione, soprattutto per le conseguenze sull'export. La Cina, mercato di riferimento per lo sviluppo dell'export, ha infatti interrotto le importazioni di carne bovina dall'Irlanda.

Dal punto di vista epidemiologico, il caso dimostra che la malattia non è eradicata e il timore delle autorità nazionali è che si allontani il traguardo dello stato di rischio "negligible".
Attualmente l'Irlanda ha uno status di "rischio controllato".

Secondo il Dipartimento di Stato dell'Agricoltura, che si sta muovendo verso lo status di rischio "trascurabile", questi ultimi casi non inficiano i progressi dell'Irlanda verso tale status. Il 90% delle carni bovine irlandesi è destinato all'export. Nel 2017, l'Irlanda è stato il primo Paese a riprendere l'export con gli USA.

Il caso risale al 13 maggio quando il Dipartimento di Agricoltura irlandese (DAFM) è stato informato da un laboratorio accreditato del risultato positivo al test rapido condotto nell'ambito dei campionamenti ufficiali. Il 22 maggio il National Reference Laboratory (NRL) ha definitivamente confermato la BSE atipica in un bovino di razza Limousin di 14 anni, nato nel 2006, e registrato in un allevamento di 73 bovini, dove è rimasto fino al decesso.

Il bovino aveva inziato a presentare i primi segni neurologici alla fine di marzo; dopo una prima assistenza, i sintomi si erano ripresentati in aprile e in maggio. L'allevatore, riferisce il report dell'OIE, era intenzionato a chiamare il suo veterinario privato, ma il bovino è morto prima.

Le autorità irlandesi si sono preoccupate di rassicurare l'opinione pubblica circa l'esclusione dal circuito alimentare delle carni.