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UNIVERSITA

Accesso programmato, ANMVI: numeri fuori dalla realtà

Accesso programmato, ANMVI: numeri fuori dalla realtà
Dal tavolo ministeriale per la programmazione al corso di laurea continuano ad uscire numeri scollegati dalla realtà occupazionale. Ieri pomeriggio, al tavolo di Piazzale Kennedy, è emerso come, malgrado i nuovi indirizzi di razionalizzazione per la qualità, il numero degli studenti immatricolabili continua ad essere appetito dall'Accademia.

Ai fabbisogni proposti dalle Regioni (661 medici veterinari, poi scesi a 653) e dal Ministero dell'Università (866 posti ipotizzati) si sono accompagnate le richieste delle ex Facoltà che per l'a. a. 2012-2013 hanno chiesto di più, come minimo la riconferma degli stessi numeri dell'anno scorso: 958

"Numeri che non si basano sulle esigenze reali della professione -commenta Marco Melosi, Presidente ANMVI - e nemmeno sulle esigenze degli studenti a cui si promette qualità. Quanto è emerso ieri – continua Melosi- è la persistenza di logiche di convenienza accademica, la tendenza a guardare allo studente come ad una fonte di autoalimentazione, senza minimamente avvertire la responsabilità del suo destino professionale". Ieri al tavolo ministeriale, il Presidente ANMVI ha ribattuto portando gli ultimi dati Almalaurea, dai quali emerge la scarsa performance occupazionale del laureato in medicina veterinaria e la sua bassa capacità di guadagno.

"Il settore libero professionale non è un ammortizzatore sociale sul quale scaricare la responsabilità di una competizione selvaggia"- osserva Melosi che ha anche respinto, dati alla mano confortati dal Ministero della Salute che siano "molti" i laureati che negli anni scorsi hanno trovato impiego all'estero e di cui bisognerebbe tenere conto nella programmazione. Secondo ANMVI non è più pensabile di insistere sulle immatricolazioni per foraggiare un numero elevato di ex Facoltà e che si dovrebbe seriamente pensare di ridurre, smettendo di rincorrere le politiche localiste.

La FNOVI, presente al tavolo con la Vicepresidente Carla Bernasconi, ha riproposto il fabbisogno già stimato lo scorso anno al di sotto delle 600 unità, un numero ragionato sugli andamenti statistici interni agli Ordini e che si conferma l'indice massimo di assorbimento occupazionale.

Il tavolo di ieri non si è comunque chiuso con un numero "e non poteva essere diversamente –conclude Melosi- perché non si possono accreditare numeri esorbitanti, senza basi d'indagine e privi di riscontri nei dati occupazionali. Il tasso di disoccupazione della categoria è sempre altissimo a 5 anni dalla laurea, sono questi gli unici dati che contano e sul quale si deve fare la programmazione".

pdfTABELLA IPOTESI DI LAVORO DEL MIUR.pdf296.55 KB