Con una interrogazione al Ministro delle Politiche Agricole, l'On Murgia ha sollevato il problema dell'ippica in Sardegna. Nonostante sia nota la forte crisi di mercato del comparto che gli allevatori italiani tentano di fronteggiare, ogni anno in Italia vengono introdotti decine di migliaia di cavalli stranieri da destinare agli sport equestri. Stati generali dell'ippica in Sardegna.
A pochi giorni dagli stati generali del cavallo sardo, la situazione regionale dell'ippica arriva in Parlamento. L'atto ispettivo depositato ieri alla Camera dall'On Murgia chiede iniziative in favore dell'allevamento del cavallo italiano, dell'equitazione e dell'ippica. L'interrogazione, rivolta al Ministro delle Politiche Agricole si sofferma in particolare sulla situazione della Sardegna.
"La Sardegna - afferma Murgia- è una regione a forte vocazione allevatoriale, che produce il 60 per cento della produzione elitaria nazionale ed il 95 per cento dei cavalli anglo-arabi, eppure spesso non è stata rappresentata minimamente all'interno dell'UNIRE. Inoltre, in Sardegna l'ippica è stata fortemente penalizzata con una riduzione delle giornate di corse dalle 50 del 2008 alle 30 del 2010, con una riduzione del 40 per cento che corrisponde al doppio della media dei tagli subiti dalle altre regioni". Senza contare i ritardi con cui l'UNIRE può rilasciare i passaporti, erogare premi e contributi e le provvidenze per le fattrici.
L'On Murgia propone quindi che nei tre ippodromi della Sardegna (Sassari, Chilivani e Villacidro) si potrebbe calendarizzi un programma di 60 giornate per ciascuno e questa attività consentirebbe di assorbire adeguatamente tutto il potenziale dell'allevamento della Sardegna.
Il parlamentare ritiene anche "auspicabile che la F.I.S.E. consenta ai cavalieri italiani di montare solo cavalli italiani, almeno in certe categorie" e fa presente che "in molti casi si consente la doppia iscrizione ai soggetti nati in Italia, sia all'U.N.I.R.E. che in altri stud-book stranieri, erogando risorse che dovrebbero essere riservate alla sola produzione italiana".
Nonostante sia nota la forte crisi di mercato del comparto che gli allevatori italiani tentano di fronteggiare, "ogni anno in Italia vengono introdotti decine di migliaia di cavalli stranieri da destinare agli sport equestri".