La Conferenza delle Regioni ha approvato un ordine del giorno sulle problematiche relative agli allevamenti di galline ovaiole in relazione all'attuazione di alcune Direttive europee. Le Regioni chiedono l'attivazione immediata di un tavolo di confronto con i dicasteri Agricoltura e Salute. Paventata la possibile chiusura del 50% degli allevamenti italiani non in grado conservare la dimensione minima per la redditività dell'impresa.
La Conferenza delle Regioni, nella riunione del 16 dicembre 2010, ha approvato un ordine del giorno che affronta alcune problematiche relative agli allevamenti di galline ovaiole in relazione al'attuazione di alcuni Direttive europee.
Il documento, ora pubblicato sul sito www.regioni.it, conclude con tre richieste: 1) l'attivazione immediata di un tavolo di confronto tra i Ministeri delle Politiche Agricole, Alimentari e forestali e della Sanità e le Regioni interessate, per affrontare la problematica sopra evidenziata; 2) che il tavolo individui in tempi brevi gli strumenti normativi più idonei ad una corretta gestione della problematica, ed in particolare:
a. Ipotesi di modifiche/integrazioni al D.lgs 267/2003 con particolare riferimento all'apparato sanzionatorio previsto all'art. 7.
b. Verifica di fattibilità di applicazione di quanto previsto all'articolo 26 del Reg. CE 1698/2005; 3) che i Ministeri delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e della Salute giungano ad un pronunciamento entro il mese di febbraio 2011 al fine di consentire una corretta ed uniforme applicazione della normativa, garantendo anche i tempi tecnici necessari per l'applicazione delle soluzioni individuate.
Le Regioni rimarcano che gli allevamenti attualmente adeguati alla normativa risultano essere in Italia circa il 15% degli allevamenti totali; quelli non ancora adeguati hanno difficoltà a rispettare la scadenza del 1 gennaio 2012. Inoltre, la richiesta massiccia e concentrata di "gabbie modificate" non potrebbe essere soddisfatta dai fornitori nei tempi previsti.
Il documento afferma che "allo stato attuale delle cose lo scenario prevedibile è la possibile chiusura del 50% degli allevamenti italiani non in grado conservare la dimensione minima per la redditività dell'impresa". E che "le Regioni in assenza di modifiche alla normativa applicheranno quanto previsto dal D.lgs 267/2003 a partire dal 1 gennaio 2012".