La Commissione Europea ha pubblicato una sintesi della consultazione conclusasi il 31 dicembre 2009 sulla futura New Animal Health Law. Uno dei principali temi di consultazione è il ruolo del medico veterinario ed in particolare il chiarimento dei ruoli e dei compiti affidati ai veterinari ufficiali e ai veterinari pratici privati. Risultati allineati con i pareri forniti da ANMVI e SIVAR. La
Commissione Europea ha pubblicato una
sintesi della consultazione conclusasi il 31 dicembre 2009 sulla futura
New Animal Health Law. Il questionario on line era stato predisposto dalla
Dg Sanco per raccogliere osservazioni e suggerimenti sull'attuale politica comunitaria in materia di salute animale.
Uno dei principali temi di consultazione è il ruolo del medico veterinario ed in particolare il chiarimento dei ruoli e dei compiti affidati ai veterinari ufficiali e ai veterinari pratici privati. La proposta di approccio al problema suggerità dalla Commissione convince il 66% degli aderenti alla consultazione ("agree"), ma non stravince (l'opzione "strongly agree" è del 15,7%).
Nel merito, la Commissione suggerisce che la futura legislazione europea sulla salute animale si basi sugli standard individuati a livello internazionale dall'OIE, per l'individuazione di specifici ruoli e compiti, in modo da agevolare le transazioni commerciali. La nuova legislazione, dovrebbe infatti basarsi su un impianto normativo inequivoco in fatto di ruoli affidati agli attori del settore della salute animale e in particolare riguardo ai compiti del veterinario "ufficiale", "riconosciuto" o "incaricato" che sia. Fra gli Stati Membri non dovrebbero auspicabilmente esserci difformità sostanziali.
La Commissione commenta che la consultazione ha rivelato con evidenza la diffusa necessità di armonizzare e chiarire alcuni compiti affidati ai veterinari, in particolare per quanto attiene ai "certificati di esportazione". In generale vi sono compiti che, pur presentando carattere di "ufficialità"- e sotto il controllo di una autorità ufficiale- possono in realtà essere svolti dal veterinario pratico privato.
Il conflitto di interessi deve essere scongiurato, puntualizza il commento della Commissione, tuttavia la consultazione ha rivelato pareri differenti su come evitare l'incompatibilità, se attraverso l'individuazione di standard di condotta professionale o se mediante un intervento legislativo, europeo o nazionale.
Dalla consultazione sono emerse anche proposte all'insegna di una maggiore libertà per gli Stati Membri nell'organizzare i servizi veterinari. E sempre a proposito di ruoli e compiti, le risposte hanno puntato sulla scarsa percezione del veterinario come il miglior operatore di riferimento per gli animali, specie nei settori dell'acquacoltura e dell'apicoltura; inoltre, alcune funzioni possono essere affidate ad altri operatori, tecnici o agli stessi detentori degli animali.
I costi amministrativi e di applicazione delle norme vanno abbattuti, un eccessivo numero di veterinari ufficiali non va in questa direzione; pertanto, è necessario un impiego razionale delle risorse con la miglior performance dei servizi veterinari e un maggior grado di adattabilità del sistema alle produzioni rurali e alle piccole aziende. Altrettanto puntualizzato uno standard di qualità per i servizi veterinari.
Nelle attività di salute animale, il nuovo sistema dovrebbe basarsi sulla partnership pubblico-privato, una evoluzione che è già in corso in alcuni paesi.
L'ANMVI aveva raccolto l'invito della Direzione Generale di Sanità Animale e del Farmaco Veterinario che aveva invitato le organizzazioni della produzione e della professione a "contribuire in maniera fattiva a tale processo di consultazione".
Partecipando alla consultazione, ANMVI e SIVAR avevano messo l'accento sulla situazione italiana, dove il coinvolgimento del veterinario libero professionista nelle azioni di sanità animale viene fortemente auspicato, quale migliore e più qualificato consulente per l'allevatore e anello di collegamento fra l'azienda e l'autorità sanitaria ufficiale. Un sistema affidabile di epidemiosorveglianza e di biosicurezza- a parere di ANMVI e SIVAR - non può dirsi adeguatamente implementato senza il veterinario aziendale.