Si è aperta una questione previdenziale anche per le veterinarie del SSN. La finestra mobile prevista dal decreto legge 78 costringerà le donne a restare in servizio un anno in più. Ma il trattamento pensionistico sarà in flessione. E' proprio quello che chiedeva la Corte di Giustizia Europea?
Dopo la sentenza della Corte di giustizia europea si è aperta una questione previdenziale anche per le veterinarie del SSN.
La finestra mobile prevista dal decreto legge 78 costringerà le donne a restare in servizio un anno in più. Si allungano i tempi per l'uscita dal lavoro nel pubblico impiego, ma, con il blocco dei contratti e senza aumenti stipendiali, il trattamento pensionistico subirà una perdita dal 4 al 6 per cento. E' proprio quello che chiedeva la Corte di Giustizia Europea?
Le veterinarie del SSN interessate dalla questione previdenziale
I veterinari over 55 del SSN, di età compresa fra i 55 e i 59 anni sono 1.121, di cui 51 donne. Nella fascia di età compresa fra i 60 e i 64 anni sono invece 302, di cui 4 donne. Oltre i 65 anni, infine, si contano 15 unità di cui 1 è donna. I dati sono stati elaborati dal Sole 24 Ore sul Conto annuale 2008 della Ragioneria generale dello Stato che indica in 1.438 il totale del personale a tempo indeterminato, di cui 56 veterinarie.
La sentenza europea fa discutere.
La Corte, che si basa sul sistema retributivo (trattamento pensionistico correlato all'ultimo stipendio), ha imposto l'equiparazione dei trattamenti pensionistici tra uomini e donne: andando in pensione a 65 anni gli uomini avrebbero un trattamento previdenziale più alto delle donne, per le quali la vecchiaia scatta 5 anni prima. Ma la Corte (e l'inflessibile Commissario UE Vivian Reding) non tiene in considerazioni alcuni elementi di equiparazione già possibili nel nostro Paese.
Già prima della sentenza, infatti, le donne del settore pubblico potevano scegliere di restare al lavoro fino a 65 anni e chiedere anche un ulteriore biennio fino a 67 anni. Inoltre il sistema contributivo, introdotto nel nostro Paese nel 1995, già sganciava la pensione dall'ultimo stipendio nelle classi più giovani.
Il Governo italiano ha comunque attivato, dal 2011, un sistema di crescita del requisito dell'età di un anno ogni 24 mesi, portando l'età del pensionamento di vecchiaia per le dipendenti del pubblico impiego a 65 anni nel 2018. Ma i tempi sono destinati ad allungarsi, perché secondo l'ISTAT l'etaà media residua , dopo il compimento dei 65 anni, è di 22 anni per gli uomini e di 26 per le donne. I limiti di età per ottenere la pensione, nel 2050, potrebbero arrivare alla soglia dei 70 anni.