L'importazione è un punto fondamentale nella catena dei controlli ufficiali, infatti, anche se in Italia non è autorizzata la coltivazione di OGM, questa è consentita in alcuni Paesi terzi esportatori di prodotti vegetali. Il ruolo degli uffici periferici del Ministero della salute sui prodotti destinati all'alimentazione umana. Controlli su riso, granella di mais e di soia e farina di mais.
Il Dipartimento di Sanità Pubblica veterinaria e della Sicurezza degli Alimenti del Ministero della Salute ha pubblicato i risultati delle attività di controllo svolte nel 2009, nell'ambito del Piano nazionale triennale 2009-2010.
Una novità del nuovo Piano è stata l'attribuzione anche agli Uffici periferici del Ministero della salute di un numero minimo di campioni da prelevare ogni anno, in considerazione dell'importanza del controllo all'importazione nel settore OGM. L'importazione è considerata un punto fondamentale nella catena dei controlli ufficiali, infatti, anche se in Italia non è autorizzata la coltivazione di OGM, questa è consentita in alcuni Paesi terzi esportatori di prodotti vegetali.
Gli Uffici di sanità marittima aerea e di frontiera del Ministero della Salute che si occupano delle attività di controllo sui prodotti destinati all'alimentazione umana presentati all'importazione hanno fatto 72 campionamenti su 68 previsti dalla programmazione nazionale. Gli USMAF che hanno contribuito all'attività di controllo ufficiale nel settore degli OGM sono stati Napoli, Genova, Livorno, Salerno, Venezia, Bologna, Fiumicino, Civitavecchia, Palermo e Milano Malpensa, ha contribuito ai campionamenti per l'alimentazione umana anche il PIF di Genova.
Le matrici maggiormente interessate sono state riso, granella di mais e di soia, farina di mais. Le 15 positività riscontrate, di cui 4 non quantificate, sono state riscontrate in campioni di farina di mais, farina di soia, granella di soia. La presenza di mais MON 810, evento GM autorizzato, è stata superiore al 5% in un caso, farina di mais bianco, dando luogo al riscontro di una non conformità. Il suddetto prodotto è stato quindi rietichettato secondo quanto previsto dalle disposizioni con la dizione "contenente mais geneticamente modificato" per consentirne la commercializzazione.
Complessivamente, l'attività del controllo ufficiale è stata più completa ed omogenea rispetto agli anni precedenti, anche se continua a mancare il contributo di due regioni (Molise e Basilicata). Particolarmente intensa l'attività dei laboratori, considerata la complessità del controllo analitico.
In conclusione, sul mercato italiano sostanzialmente i prodotti rispettano i requisiti d'etichettatura previsti dalla normativa vigente, assicurando in tal modo l'informazione al consumatore e che la presenza di OGM, autorizzati e non, negli alimenti in Italia è decisamente limitata ed a livello di tracce.