Per regolamentare le adozioni internazionali di cani presenti nei canili italiani il Ministero della Salute ha proposto un Protocollo di Intesa ai Paesi in cui più frequentemente avvengono le adozioni: controllo obbligatorio da parte dei servizi veterinari del Paese di destinazione dei cani e dei loro passaporti, scambi di informazioni tra i servizi veterinari ufficiali.
Sulla presunta tratta di cani randagi verso l'estero, rilanciata in queste ore dalla stampa, la Direzione generale della Sanità animale ha diffuso un comunicato per sottolineare "il costante impegno del Ministero a tutela degli animali da affezione ed in particolare nel contrasto di movimentazioni illecite di animali da compagnia".
In particolare, per regolamentare le adozioni internazionali di cani presenti nei canili italiani sono stati organizzati, è stato definito un Protocollo di Intesa che è stato proposto formalmente alle autorità competenti dei Paesi in cui più frequentemente avvengono le adozioni, al fine di fornire ulteriori garanzie di tracciabilità degli animali.
Il Protocollo prevede l'obbligo di controllo da parte dei servizi veterinari del Paese di destinazione dei cani e dei loro passaporti, nonchè scambi di informazioni tra i servizi veterinari ufficiali. Tali procedure consentiranno di eliminare qualsiasi dubbio sull'effettiva adozione di cani da parte di cittadini stranieri.
Il Ministero conclude il comunicato ricordando che, in collaborazione con i Carabinieri dei Nas, sta già effettuando da tempo ispezioni e controlli su strutture sospette.
Il tema delle false adozioni era stato sollevato in Parlamento dall'On GianniMancuso, su sollecitazione dell'Enpa. Il sospetto è che gli illeciti nascondano un traffico per sperimentazioni in laboratori del Nord Europa (Germania ed Austria in testa secondo l'interrogante) dove la legislazione non è così restrittiva come quella nazionale.
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