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ESOTICI: SERVONO LEGGI CHIARE NON GLI SCOOP

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ANMVI e SIVAE hanno scritto al Sottosegretario Francesca Martini sulla regolamentazione della detenzione e del commercio degli animali "non convenzionali" o "esotici". Il mercato nazionale è in espansione grazie ad allevamenti di qualità e ad aziende che fanno attrezzature fra le migliori al mondo. Il settore ha bisogno di leggi chiare. La sua regolamentazione richiede medici veterinari esperti.
Il Vice Presidente dell'ANMVI, Lorenzo Crosta, con delega al settore degli animali esotici, e il Presidente della SIVAE, Paolo Selleri, hanno inviato oggi una nota al Sottosegretario Francesca Martini che nei giorni scorsi aveva dichiarato di voler riunire un tavolo di coordinamento istituzionale e di regolamentare il settore.

ANMVI e SIVAE - scrivono i Colleghi - ritengono indispensabile che a qualunque tavolo, confronto o gruppo di lavoro sul mantenimento, la salute e il benessere degli animali siano presenti uno o più rappresentanti della classe veterinaria, e che questi rappresentanti siano dei professionisti con comprovate credenziali ed una specifica esperienza nel settore.

"A nostro avviso- proseguono Crosta e Selleri- uno scoop mediatico su un soggetto particolare, scoperto per caso in un negozio e messo in mostra sui media non può determinare le scelte del Legislatore; in un settore dove le norme non sono chiare per nulla e soprattutto non sono applicate in maniera univoca sul territorio nazionale, deve essere la chiarezza delle leggi, ad aiutare chi è istituzionalmente deputato a farle osservare (il Corpo Forestale dello Stato)".

Basti citare, scrivono i Colleghi, "l'inesattezza semantica con cui si definiscono genericamente "esotici" animali come il coniglio o il furetto (la cui culla biologica è il bacino del Mediterraneo) o "non convenzionali" animali come i falchi e i colombi (che sono stati domesticati probabilmente prima del cane e del gatto)". "E' innegabile -proseguono- che periodicamente questo settore sollevi dei problemi e richieda che si faccia finalmente chiarezza".

Nella nota, indirizzata anche al Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e alla Direzione Generale di Sanità Animale, Lorenzo Crosta e Paolo Selleri evidenziano che "il settore registra un aumento dell'interesse verso gli animali cosiddetti "esotici" e che "l'introduzione di soggetti selvatici (leggi: non riprodotti in cattività) di molte specie di animali "non convenzionali" è proibita dai Paesi Terzi verso l'Unione Europea".

Anche in assenza di importazioni di animali selvatici, il settore è in grado di auto-sostenersi, con una produzione (riproduzione) interna (Europea), sufficiente a soddisfare le richieste di un mercato in espansione. Il fatto che la produzione interna sia sufficiente per il mercato è dovuto alla qualità che anche gli allevamenti amatoriali di animali "esotici", hanno raggiunto, e che permette di tenere bene, in buona salute e riprodurre in maniera continuativa animali anche difficili.

Non si trascuri inoltre che, soprattutto nel Nord Est del nostro Paese, ci sono fior di aziende oneste, che generano occupazione e che producono attrezzature fra le migliori al mondo per il buon mantenimento in cattività di uccelli, roditori, conigli, furetti, rettili e pesci.

"Alla luce di ciò- concludono i rappresentanti di ANMVI e SIVE- molte delle accuse rivolte demagogicamente al settore, vengono facilmente a cadere".