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H1N1, NOTA MINISTERIALE AI SERVIZI VETERINARI

H1N1, NOTA MINISTERIALE  AI SERVIZI VETERINARI
Nessuno dei ceppi circolanti in Italia è assimilabile a quello responsabile dei casi umani confermati negli ultimi giorni. La Direzione Generale di Sanità Animale e del Farmaco Veterinario ha diffuso una nota ai Servizi veterinari sui casi di infezione umana da virus influenzale di origine suina A/H1N1 in Messico e Stati Uniti. Tutti i servizi veterinari regionali sono "invitati a mantenere il livello di attenzione richiesto nelle situazioni di emergenza sanitaria internazionale", così come i PIF dovranno "attivare adeguati livelli di collaborazione continua con le autorità sanitarie", ma dalla Direzione Generale di Sanità Animale e del Farmaco Veterinario arrivano precisazioni rassicuranti.

La Direzione ministeriale fornisce chiarimenti in relazione ai casi di infezione umana da virus influenzale di origine suini A/H1N1 con una nota diramata ieri a tutti gli Assessorati regionali alla sanità. L'influenza suina- si legge nella nota firmata dal Direttore generale Gaetana Ferri- "è patologia respiratoria dei suini causata da diversi ceppi di influenza virus tipo A e che rientra nell'insieme delle affezioni respiratorie frequenti del suino. Nelle zone ad elevata vocazione zootecnica suinicola viene svolto, da parte degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, un programma di screening teso non solo alla verifica della presenza di questi virus ma anche allo studio delle caratteristiche antigeniche e genetiche dei ceppi circolanti nell'area geografica di competenza. In Italia, come in altri Paesi del mondo, circolano diversi ceppi, in ogni caso nessuno è assimilabile a quello responsabile dei casi umani confermati negli ultimi giorni.
Viene effettuata, inoltre, in Italia una rilevante attività di ricerca finanziata dal Ministero e dall'ISPELS in collaborazione tra Istituti Zooprofilatticí e Istituto Superiore di Sanità. per l'analisi delle possibili ricombinazioni virali e della trasmissione di ceppi influenzali dagli animali all'uomo e viceversa".

"I casi influenzali nord-americani rappresentano. allo stato attuale, il risultato di contagio interumano e pertanto i suini, seppure ipotizzati come origine del virus, costituiscono un rischio trascurabile avendo tra l'altro, ad ulteriore garanzia, l'assenza di introduzioni in Italia di tali animali non solo dai Paesi sopra indicati, ma di fatto da tutti i Paesi terzi. Le norme dell'UE che disciplinano l'importazione di suini da Paesi terzi sono, infatti molto rigorose e consentono l'Introduzione di tali animali nel territorio comunitario solo da un numero molto limitato di Paesi (Canada, Cile e Nuova Zelanda). Tuttavia, da nessuno di questi Paesi, sono avvenute importazioni in Italia dal 2007 ad oggi. L'ultima importazione di suini da Paesi terzi, attraverso un Posto d'Ispezione Frontaliera nazionale risale, infatti, al 2006 (Introduzione di 6 fattrici di alta genealogia dal Canada, attraverso l'Aeroporto di Fiumicino)".

Allegati
pdf NOTA DELLA DGSAFV.pdf