Sicurezza alimentare e proteste contro il "ticket veterinario". Il regolamento 882/04 richiama il concetto di appropriatezza: il numero e la tipologia dei controlli, e quindi il costo, devono essere correlati al rischio effettivo della tipologia produttiva. Per l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani "è compito di tutti fare qualche sforzo". Rispetto alle proteste degli operatori che lamentano l'inasprimento delle tariffe occorre "ribadire la consapevolezza che l'attuale momento di crisi va affrontato con senso di responsabilità ed il sacrificio di tutti, anche di coloro che operano nel campo della sicurezza alimentare". E' la posizione dell'Associazione nazionale medici veterinari italiani. "Partendo da una banale provocazione -un conto sono le tariffe ed un conto è la bolletta che deve pagare, alla fine, il produttore"- l'ANMVI vuole sottolineare che "è compito di tutti fare qualche sforzo".
Il decreto contestato dai produttori scaturisce da una legge europea, che, val la pena ricordarlo, tra i suoi basilari principi, ne ha almeno un paio che riguardano questi aspetti. Il primo dice che la tariffa è rapportata al costo effettivo del servizio. Il secondo, che l'entità del servizio è proporzionale alla quota di rischio dell'impresa. Il regolamento 882/04 richiama, infatti, il concetto di appropriatezza: il numero e la tipologia dei controlli e quindi il costo deve essere correlata al rischio effettivo della tipologia produttiva; in altri Paesi sono parametri stabiliti a livello nazionale in Italia sono stabiliti a livello Regionale.
Una strada percorribile potrebbe essere quella di rileggere il sistema dei controlli su base scientifica individuando modalità di controllo, per numero e metodologia, omogenee sul territorio nazionale. Ne potrebbe conseguire un' attività di programmazione, studio e ricerca utile anche a fornire indirizzi alle micro e piccole imprese (come previsto dalle linee guida della DG Sanco), aumentandone le capacità di aderire alle normative ed essere maggiormente competitive sul mercato nazionale e europeo.
Forse, val la pena richiamare anche un terzo punto: che l'impresa può abbassare quest'ultima quota mettendo in atto una serie di cautele interne, prima tra tutte un efficace autocontrollo.
ANMVI, pertanto, se ritiene giusto che lo Stato applichi tariffe aggiornate e congrue ritiene anche giusto che le aziende dimostrino coi fatti lo sforzo di abbassare il rischio di processo e per questo avanza un'altra proposta, quella di chiedere alle ASL l'applicazione della categorizzazione delle imprese per classi di rischio. In questa maniera, l'azienda è stimolata ad agire virtuosamente, a chiedere pertanto un alleggerimento dei controlli ufficiali, facendo funzionare al meglio il proprio sistema di autocontrollo, e contestualmente ad alleggerire il conto finale della bolletta!