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DIRIGENZA, LA RETRIBUZIONE NON SI LEGA AL RISULTATO

DIRIGENZA, LA RETRIBUZIONE NON SI LEGA AL RISULTATO
Un emendamento al Ddl Brunetta, approvato quasi all'unanimità, cancella l'obbligo per la dirigenza medica e veterinaria di destinare almeno il 30% della retribuzione del salario al risultato. On Miotto: il SSN deve produrre salute e non solo prestazioni.No anche al "prepensionamento arbitrario".

Non passa il doppio disegno del Ministro Brunetta di prepensionamento arbitrario dei dirigenti del Servizio sanitario nazionale con 40 anni di anzianità, compresi i riscatti, e di cambiamento unilaterale delle regole contrattuali con la destinazione obbligatoria del 30% della retribuzione al risultato, con riduzione degli stipendi certi e delle pensioni".Sono stati accolti entrambi gli emendamenti al DDl Brunetta sul pubblico impiego presentati dall'On Margherita Miotto.

La Camera ha approvato, "quasi all'unanimità", l'emendamento  che cancella per la dirigenza medica l'obbligo di destinare almeno il 30% della retribuzione al salario di risultato. A commentare il risultato è Margherita Miotto (Pd), componente della commissione Affari Sociali e prima firmataria dell'emendamento. "E' una piccola vittoria - commenta la Miotto all'Adnkronos Salute - che certamente non cambia il nostro giudizio negativo sul provvedimento, ma che risponde alle esigenze rappresentate da tutto il comparto della sanità. Legare la remunerazione dei medici alla produttività poteva cambiare la natura stessa del Servizio sanitario nazionale, che - conclude la Miotto - deve produrre salute e non solo prestazioni".


"L'intersindacale della dirigenza medica e veterinaria ha favorevolmente appreso la notizia dell'approvazione in Aula alla Camera dell'emendamento presentato dall'onorevole Miotto. Lo affermano i sindacati Anaao Assomed, Cimo Asmd, Aaroi, Fp Cgil medici, Fvm, Federazione Cisl medici, Fassid, Fesmed, Federazione medici Uil Fpl. "Cio' avrebbe costituito l'annullamento di quanto pattuito negli ultimi tre contratti di lavoro- sottolineano- e lo stravolgimento delle stesse norme contrattuali oltre a causare un enorme danno previdenziale". Proseguono le sigle sindacali "Si tratta di un primo concreto successo delle iniziative dell'intersindacale medica a tutela della categoria e della buona funzionalita' del Servizio sanitario nazionale".

Si impedirà di calcolare anche gli anni di riscatto di laurea e di specializzazione per il raggiungimento dei 40 anni di contribuzione, con i quali le aziende già possono autonomamente prepensionare. Il secondo "fermerà il tentativo, promosso dal senatore Ichino, di decurtare la retribuzione anche a chi lavora in prima linea negli ospedali e nei servizi sanitari territoriali, dirottando ben il 30% sul risultato, senza alcuna contrattazione".