Come dare nuovo slancio all'allevamento del cane di razza e incentivare gli allevamenti di qualità. Il Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia è intervenuto in Commissione Agricoltura alla Camera. Anche se è attività agricola, l'allevamento di cani di razza non è contemplata dalla PAC e non ha aiuti comunitari. Favorevole a ridurre l'IVA in questo settore, ma... dipende da Tremonti. Il Ministro
Luca Zaia è intervenuto in Commissione Agricoltura alla Camera sull'allevamento cinotecnico del nostro Paese. Rispondendo ad una interrogazione che suggeriva le azioni di rilancio del settore, Zaia ha dato chiarimenti sulla natura giuridica dell'ENCI e delle sue funzioni istituzionali ("trattasi di attività di rilevante interesse pubblico e non di attività pubblica") e sulla qualità della cinofilia ufficiale ("gli allevatori italiani continuano a distinguersi in tutto il mondo per i prestigiosi risultati ottenuti sia individualmente che a livello di squadra, nelle verifiche morfologiche e nelle prove di attitudine").
Per dare nuovo slancio al settore e "incentivare coloro che allevano secondo principi di qualità", gli interroganti chiedevano fra l'altro la riduzione dell'IVA dal 20 per cento al 10 per cento per gli imprenditori agricoli cinotecnici, per uniformare il trattamento ad altri settori zootecnici, un'ipotesi condivisa dal Ministro Zaia, ma "la decisione non può che spettare al Ministero dell'economia e delle finanze, nei limiti imposti dalla normativa comunitaria. Ciò vale anche per il richiesto innalzamento della deducibilità delle spese veterinarie nelle dichiarazioni dei redditi" (innalzamento da euro 200 ad euro 1.200 della deducibilità delle spese veterinarie).
Per quanto concerne, invece, l'accesso del settore cinofilo alle agevolazioni e finanziamenti PAC, si fa presente che per le razze canine, così come per altre specie di interesse zootecnico, non è mai esistita una OCM che potesse sollecitare interventi finanziari da parte della Comunità.
Qualsiasi altro aiuto da parte dello Stato non può che conformarsi agli orientamenti fissati dalla Commissione Europea con regolamento (CE) n. 1857/2006 che, per le aziende agricole, consente investimenti strutturali (costruzioni, acquisizioni e miglioramento dei beni immobili, acquisto di macchine, attrezzature, eccetera) purché non comportino costi per il raggiungimento dei soli requisiti minimi sanitari, in materia di miglioramento delle condizioni igieniche degli allevamenti o del benessere degli animali. Interventi di tal genere rientrano, comunque, nella specifica competenza delle Regioni, che possono inserirli nei propri piani di sviluppo rurale, qualora ritengano le iniziative meritevoli di interesse.
Relativamente, infine, alla richiesta di commissariamento dell'ENCI, il Ministro Zaia conclude che "si stanno valutando attentamente tutte le possibili soluzioni al fine di risolvere completamente tutti i problemi segnalati".