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L’ITALIA NON ATTRAE I VETERINARI STRANIERI

L’ITALIA NON ATTRAE I VETERINARI  STRANIERI
Risultano in calo le richieste di professionisti stranieri che desiderano venire a svolgere la loro attività in Italia.  I professionisti più interessati ad esercitare nel nostro Paese sono gli avvocati, gli ingegneri e gli psicologi. Solo 8 i veterinari stranieri riconosciuti dal Ministero nel 2007.

Dai dati elaborati dal Centro Studi Cni, sulla base delle informazioni recepite dal Miur e dalla Gazzetta Ufficiale, i professionisti stranieri che chiedono di venire in Italia a svolgere la loro professione sono in continuo calo: 513 nel 2004, 574 nel 2005, 454 nel 2006, 457 nel 2007.

Le professioni più interessate, sulla base dei dati del 2007 sono: Avvocati 75, Ingegneri 72, Psicolgi 62 ed Architetti 57. Un mercato sostanzialmente fermo se pensiamo anche che nello stesso anno il 43% erano professionisti con cittadinanza italiana: figli di immigrati in Sud America che desiderano tornare in Italia o studenti italiani che vanno a laurearsi all'estero e poi tornano a casa evitando in questo modo problemi di numero chiuso o altri paletti come l'Esame di Stato. In particolare questo vale per gli Avvocati che si laureano in Spagna diventando automaticamente Avvocati non essendo previsto alcun esame per svolgere la professione.

I veterinari sono solo 8, un numero per ora insignificante, anche perchè in Italia il numero molto elevato di veterinari probabilmente scoraggia ogni intenzione. Secondo le previsioni dell'ANMVI, basate sulle ultime indagini effettuate e sull'orientamento espresso dagli studenti nei Corsi di Laurea, nei prossimi anni ci sarà comunque la possibilità di una immigrazione di colleghi stranieri che, nonostante l'elevato numero di disoccupati o sottoccupati, verrà a coprire settori che rischiano di restare scoperti, come i macelli e gli allevamenti.

Per il riconoscimento del titolo che consente di esercitare in Italia la professione veterinaria è necessario un decreto del Ministero della Salute.

Il riconoscimento delle qualifiche professionali è disciplinato dal decreto legislativo 206/2007 di recepimento della direttiva 2005/36/CE. La trasposizione in Italia della nuova direttiva sta rivelando alcune problematiche da tempo allo studio del Ministero delle Politiche Comunitarie: la prestazione temporanea di servizi, l'esecuzione delle misure compensative e i tempi per il completamento della procedura di riconoscimento.