Contro l'abbandono di cani e gatti non bastano le campagne informative, ma servono anche meno tasse. Lo affermano in un comunicato congiunto l'Anmvi e la Lav, che chiedono al governo di ridurre l'Iva sulle prestazioni veterinarie e sul pet food.
Contro l'abbandono di cani e gatti non bastano le campagne informative, ma servono anche meno tasse. Lo affermano in un comunicato congiunto l'Anmvi (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) e la Lav, che chiedono al governo di ridurre l'Iva sulle prestazioni veterinarie e sul pet food, oggi fissata al 20% al pari di un bene di lusso e tra le piu' alte in Europa.
L'occasione per sostenere le famiglie italiane che hanno o desiderano un animale da compagnia - si legge nel comunicato delle associazioni - e' servita su un piatto d'argento dall' Europa, impegnata a discutere con gli stati membri il riordino dell'imposta sul valore aggiunto e a concedere ai 27 la facolta' di ridurre la tassazione su alcuni beni e servizi.
Per Anmvi e Lav l'Italia dovrebbe cogliere l'occasione per ridurre almeno al 10% l'Iva applicata alle prestazioni veterinarie e ai prodotti alimentari per animali da compagnia, considerando che l'aliquota attualmente in vigore del 20% colloca la salute e il mantenimento degli animali d'affezione sullo stesso piano di un genere voluttuario. Una riduzione dell'aliquota Iva - concludono le associazioni - gioverebbe sia ai proprietari-consumatori, agli affidatari e ai canili-rifugio del volontariato. (ANSA).