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MANGIMI ITALIANI, MATERIE PRIME DI IMPORTAZIONE

MANGIMI ITALIANI, MATERIE PRIME DI IMPORTAZIONE
I mangimi italiani sono una garanzia per animali e consumatori finali. Questo il messaggio di Assalzoo nel corso dell'assemblea annuale dell'associazione ieri a Roma. Ma in Italia mancano le materie prime soia, mais e grano tenero e i produttori devono rivolgersi al mercato internazionale.
I mangimi italiani sono una garanzia per animali e consumatori finali. Questo il messaggio del presidente dell'Associazione nazionale dei produttori di alimenti zootecnici (Assalzoo), Silvio Ferrari, nel corso dell'assemblea annuale dell'associazione ieri a Roma. "L'industria mangimistica nazionale è in grado di soddisfare il 96,1% del fabbisogno nazionale", ha detto Ferrari parlando di "made in Italy" e di risultato ottenuto "senza trascurare la qualità finale e la sicurezza dei prodotti che arrivano sulla tavola dei cittadini".

I mangimi non sembrano però così italiani doc. Dall'altra parte Ferrari ha infatti evidenziato come il mercato delle materie prime dipenda sempre più dalle importazioni. L'Italia importa dall'estero il 93% della soia, il 20% del mais e il 52% del grano tenero. "Purtroppo - ha detto - nel nostro Paese siamo fortemente deficitari per una parte consistente di queste materie prime. L'industria deve quindi rivolgersi al mercato internazionale".

Questa dipendenza dall'estero determina conseguenze sul fronte dei prezzi. "Dall'agosto del 2006 - ha proseguito il presidente di Assalzoo - si registra ininterrottamente l'aumento dei prezzi di tutte le materie prime per mangimi, con rialzi in alcuni casi anche superiori al 100%. Una situazione che ha effetti ancor più amplificati in un Paese, come il nostro, che ne è strutturalmente deficitario".

Al tema della impossibilità dell'Italia a soddisfare il fabbisogno nazionale si collega la questione degli OGM visto che tutti principali paesi produttori mondiali di soia e mais coltivano soprattutto varietà geneticamente modificate. Chiara la richiesta di Assalzoo: "Si invoca - ha affermato Ferrari - la necessità di sapere di più, ma quando i pareri scientifici ci sono spesso vengono ignorati. Cosa ancora peggiore è che a livello nazionale è sostanzialmente bloccata la ricerca di questo settore". Alla Commissione Europea il presidente dell'associazione ha chiesto "una soluzione tecnica con l'introduzione di soglie di tolleranza" per quanto riguarda varietà che si coltivano, ad esempio in America, ma non ancora autorizzate in Europa.

Presente all'assemblea anche Willem Penning, Capo Unità Feed della DG Sanco presso la Commissione Europea che, in materia di autorizzazioni verso nuovi prodotti, ha detto: "Il nostro obiettivo è consentire agli operatori del settore mangimistico di fare scelte consapevoli. A livello operativo puntiamo a produrre procedure di autorizzazione per le nuove materie prime che siano proporzionate al rischio per il consumatori e tutte le filiere". ( fonte: Helpconsumatori)