L'accorpamento di Salute, Previdenza e Welfare in un unico Ministero non trova concordi i partiti. Secondo il responsabile sanità di Forza Italia, "la sanità veterinaria e l'intera organizzazione sanitaria devono essere trattate da un ministero ad hoc".
L' accorpamento del ministero della Salute con quello del Lavoro e delle Politiche sociali, stabilito dall'ultima legge finanziaria che riduce a 12 i dicasteri, non piace a tutti i partiti che si presentano alle prossime elezioni politiche.
Lo rivela l'indagine condotta dalla rivista settimanale Agenzia sanitaria italiana (Asi), che ha intervistato i responsabili sanità dei diversi schieramenti.
Favorevoli all'accorpamento Partito democratico e Alleanza
nazionale, contrari Forza Italia, Udc e Rifondazione comunista.
"I ministeri vanno ridotti - sostiene Gero Grassi del Pd - l'importante è che la salute sia sempre considerata come valore garantito dalla Costituzione". Una tesi in linea con quella di Domenico Gramazio, di Alleanza nazionale: "La presenza di un viceministro per la Salute, che sarà affiancato dagli esperti dell'Istituto superiore di sanità, è una garanzia per un coordinamento per le attività che erano prerogativa del ministero della Salute". Di diverso avviso le altre forze politiche. Per Domenico Di Virgilio, responsabile sanità di Forza Italia, "la tutela della salute umana, la sanità veterinaria e l'intera organizzazione sanitaria, data l'ampiezza della materia e le funzioni che deve svolgere - dice - devono essere trattate da un ministero ad hoc". Più o meno la stessa tesi sostenuta da Luisa
Capitanio Santolini, dell' Udc. "Una cosa è il lavoro, tutt'altra la sanità. Due ministeri così 'pesanti' dal punto di vista delle funzioni devono assolutamente rimanere distinti". Sulla stessa linea Erminia Emprin Gilardini di Rifondazione comunista che sostiene come "la salute, e il modo in cui lo Stato organizza il sistema sanitario - dice - è una questione politica di prima grandezza".(Adnkronos Salute)