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MINIMI, PROFESSIONISTI SCETTICI SU NUOVO REGIME

MINIMI, PROFESSIONISTI SCETTICI SU NUOVO REGIME
I professionisti sono il 30% dei contribuenti italiani che potrebbero passare al nuovo regime dei minimi. Molti aspetti del nuovo sistema frenano però il loro interesse.

Sono molto pochi i professionisti che sembrano aver aderito al nuovo regime fiscale dei minimi nonostante questa fosse la categoria sulla quale il Ministero puntava maggiormente essendo più del 30% dei contribuenti potenzialmente interessati. Dei motivi si è già parlato molto, soprattutto per quanto riguarda la scarsa informazione ed i tempi veramente molto ristretti per poter decidere se aderire.

Un altro aspetto molto discusso è lo scarso vantaggio riferito alla possibilità di fatturare senza IVA e con, ovviamente, l'indetraibilità dell'imposta pagata sulle fatture di acquisto. In questo caso il vantaggio sembra infatti essere più formale che sostanziale ed andrebbe valutato caso per caso per evitare scelte che potrebbero essere controproducenti.

Vi sono poi altri due aspetti che renderebbero poco interessante l'adesione a questo regime.
L'esclusione dall'IRAP, tanto sbanderiata, non può essere considerata una concessione offerta dal Ministero in quanto i soggetti che possono rispettare le condizioni per aderire ai minimi hanno tutti le caratteristiche definite dalla Corte di Cassazione per essere già fuori dall'applicazione dell'imposta.


Inoltre, il fatto che permanga, come confermato dal provvedimento attuativo in registrazione alla Corte dei Conti, la ritenuta d'acconto nei casi previsti, anche per i soggetti minimi, toglie molto interesse ai liberi professionisti. Infatti, coloro che sceglieranno il nuovo regime, potrebbero conti nuare a subire sui propri compensi la ritenuta del 20% che peraltro, per effetto della non imponibilità IVA delle presatazioni, non si compenserà, almeno finanziariamente, con l'importo dell'imposta. Inoltre le ritenute in acconto potrebbero essere maggiori rispetto all'imposta del 20% da versare e quindi si avrebbe una differenza a credito che dovrebbe essere utilizzata in compensazione. Ma ben poche sarebbero le ipotesi di compensazione di questo credito vista la natura onnicomprensiva dell'imposta sostitutiva del 20%.


Il Presidente dell'ANMVI, Carlo Scotti, nell'evidenziare tutti questi aspetti che rendono poco interessante, se non ingestibile, questo nuovo regime per il mondo professionale, ha anche sottolineato la viva preoccupazione per la confusione che la possibilità di fatturare senza IVA porterà nel settore:" Dopo il colpo di mano di Bersani che ci ha tolto i tariffari minimi che garantivano al cliente la qualità delle prestazioni ci troviamo ora ad avere ambulatori che proporanno tariffe con differenze notevoli dipendendo dall' applicazione o no dell'IVA. I nostri clienti non saranno più in grado di capire quale rapporto ci sia fra qualità e prezzo".