Monitorare la presenza di diossina nell'uomo ma anche negli animali da allevamento. Analisi veterinarie e di impatto ambientale nelle province di Caserta e Napoli.
Uno studio per monitorare la presenza di diossina, nell'uomo ma anche negli animali da allevamento, nelle due province di Caserta e Napoli. L'iniziativa, coordinata dall'Istituto superiore di sanità (Iss), è stata finanziata in buona parte dalla Regione Campania, e coinvolge numerose Aziende sanitarie locali. Le analisi su un campione di 780 persone saranno condotte in collaborazione con l'Unità operativa del Consiglionazionale delle ricerche (Cnr) di Pisa a cui spetterà anche il compito di condurre uno studio epidemiologico trasversale sulla popolazione residente nelle aree selezionate.
Le analisi veterinarie, invece, saranno eseguite dalla facoltà di Medicina e veterinaria dell'università Federico II di Napoli. Due i gruppi: malattie infettive e ispezione degli alimenti. Al primo il compito di studiare le interazioni tra l'esposizione alla diossina e il sistema immunitario degli animali da allevamento. Il secondo, invece, studierà le modalità di assunzione degli inquinanti attraverso cambiamenti nel 'menù' degli animali. In questo modo sarà possibile
capire se la presenza delle sostanze sarà da attribuirsi all'inquinamento ambientale o a mangimi preconfezionati.
"Si tratta - spiega Alessandro Di Domenico, del dipartimento Ambiente dell'Iss - di un progetto pilota che servirà a fotografare la realtà esistente in alcune zone degradate dalla presenza massiccia di discariche e rifiuti. E vuole verificare la presenza e le quantità di inquinanti nell'uomo e negli animali. E il loro accumulo nel tempo".
La ricerca, avviata a luglio 2006, è ora giunta nella sua fase operativa dopo la messa a punto dei protocolli di lavoro. "In questo mese - spiega Di Domenico all'ADNKRONOS SALUTE - si procederà alla formazione degli operatori sul territorio interessato dallo studio. Quindi verranno selezionate le persone che parteciperanno al monitoraggio. Saranno - dice - 780 tra uomini e donne, divisi in tre fasce d'età (20-34, 35-44, 45-60) e scelti per le loro abitudini di vita". Tra marzo e aprile inizieranno invece i prelievi del sangue "per rintracciare inquinanti vari tra cui appunto diossina e metalli pesanti".
I risultati saranno invece pronti "entro la fine del 2008, sempre che i campioni di sangue arriveranno in tempo", continua il ricercatore dell'Iss che spiega come, a parte i problemi di tempo "un po' più difficile sarà determinare i livelli di inquinanti nel latte materno. Perché - prosegue - il latte è una sostanza che facilita lo 'smaltimento' delle sostanze dannose. Quindi per misurare i livelli di inquinanti nell'organismo sarà necessario - conclude - selezionare solo donne alla prima gravidanza, perché le altre avranno avuto occasione precedentemente di eliminare almeno in parte diossina e metalli pesanti accumulati". (Adnkronos Salute) -