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MAPS - PADOVA

Un nuovo test diagnostico per le cardiopatie dei cani

Un nuovo test diagnostico per le cardiopatie dei cani
I ricercatori dell'università di Padova hanno messo a punto un nuovo metodo per riconoscere in modo rapido e sicuro le cardiopatie del cane.
L’équipe di  Diagnostica per Immagini dell’Ospedale veterinario del Dipartimento di Medicina animale produzioni e salute (MAPS) di Padova ha sviluppato un nuovo test diagnostico. Lo rende noto il Bollettino dell'Ateneo.

Se già dagli anni Novanta i medici veterinari “specialisti” utilizzano un sistema quantitativo per valutare le dimensioni del cuore del cane (vertebral heart score), ad oggi manca un ausilio diagnostico rapido e certo che possa aiutare i veterinari generici nella diagnosi.

Qui viene in aiuto il nuovo modello diagnostico realizzato dall’Ospedale veterinario dell’università di Padova: “Per sviluppare e testare questo modello diagnostico legato all’intelligenza artificiale sono state recuperate tutte le immagini radiografiche del torace di cane presenti nel nostro archivio e su di ognuna di esse è stato calcolato il vertebral heart score classificandole come normale o affetto da cardiomegalia - spiega Tommaso Banzato del MAPS e autore responsabile della ricerca pubblicata.

“Questo lavoro è il frutto di una costante crescita scientifica dei giovani colleghi di MAPS che hanno coniugato l’attività di ricerca senza mai venir meno all’attività assistenziale dell’O.V.U.D. o sul territorio, anche durante il lockdown”, commenta Alessandro Zotti, direttore del dipartimento MAPS.

Un algoritmo per la cardiomegalia- "L’algoritmo su cui abbiamo lavorato, basato sulle reti neurali convoluzionali cioè sistemi di intelligenza artificiale utili ad analizzare le immagini, è stato allenato per riconoscere la cardiomegalia su un pool di immagini radiografiche acquisite con l’apparecchio radiologico in uso all’Ovud fino al 2018”- spiega il ricercatore.  Si tratta, per quest’ultimo, di un passaggio obbligato: serve infatti per verificare la reale capacità dell’algoritmo di riconoscere le lesioni su delle immagini radiografiche diverse da quelle usate per allenarlo: “L’algoritmo – prosegue Banzato – è in grado di intercettare le anomalie cardiache con un’accuratezza di oltre il 92%”. Risultati come questo serviranno ad aiutare il veterinario “generico” che si occupa degli animali di compagnia: “L’AI dà la possibilità di creare strumenti sempre più efficaci per assistere il complesso lavoro quotidiano”. 

L’équipe sta lavorando anche per implementare questo strumento per individuare automaticamente la presenza di altre lesioni toraciche nel cane e pure nel gatto. 


Il contesto- L’esame radiografico è un passaggio fondamentale nell’iter diagnostico delle patologie cardiache canine. Il problema nella diagnosi tramite questa metodologia clinica è l’estrema eterogeneità morfologica del “paziente canino”.
Il torace delle varie razze canine, che si tratti di un bulldog, di un bassotto o di un pastore tedesco, ha una conformazione diversa e questo richiede delle attenzioni particolari. Uno dei segni radiografici più frequentemente associato alla presenza di una patologia cardiaca, nell’uomo come nel cane, è la cardiomegalia: l’ombra radiografica cardiaca risulta di dimensioni elevate per un aumento del volume o della massa del cuore causato da ispessimento delle sue pareti o a dilatazione abnorme delle sue cavità.
Nel paziente canino l’interpretazione della cardiomegalia è piuttosto difficoltosa specie per un medico veterinario non specialista che svolge attività ambulatoriale.