Nel 2024 le notifiche pervenute attraverso il Sistema RASFF sono state 5268. E' il numero più alto degli ultimi otto anni. Dettaglio sulle non conformità nazionali.
A
un anno dall'ultima relazione, il Ministero della Salute pubblica i risultati del Sistema RASFF. I dati sono riferiti al 2024 e segnano un record per numero di notifiche pervenute: 5.268 totali, a fronte delle 4683 del 2023 (+585). L'aumento nel corso degli ultimi otto anni è stato costante: nel 2015 erano quasi la metà (2967 notifiche).
Notifiche pervenute via RASFF- La parte più consistente delle notifiche pervenute tramite il RASFF ha riguardato le
Border Rejection (pari al 32%), seguite dalle notifiche di allerta (24,%) hanno riguardato prodotti distribuiti sul mercato. Il sistema di allerta è stato attivato anche a seguito di non conformità rilevate dall’operatore del settore alimentare nell’ambito delle proprie attività di autocontrollo. Nel 2024 tali notifiche sono state 1197 (pari al 22,8%). La maggior parte delle notifiche (4767) ha riguardato gli alimenti; minoritarie le notifiche per alimentazione animale e i materiali a contatto con gli alimenti (moca)(rispettivamente 315 e 183).
Le notifiche trasmesse dall'Italia- L’Italia quest’anno ha trasmesso attraverso il RASFF 494 notifiche, pari al 9,4%, e risulta il quarto Paese membro per numero di segnalazioni inviate. I prodotti italiani oggetto di allerta europea sono stati 210, in lieve crescita rispetto agli anni precedenti (+5 rispetto al 2023)
Non conformità nei prodotti di origine italiana - Complessivamente sono state 210 le non conformità segnalate nel 2024. Le prime dieci categorie sono date da
- frutta e vegetali (38, pari all’18,1%)
- carne e prodotti a base di carne diversa dal pollame (21, pari al 10%)
- latte e prodotti a base di latte (20, pari al 9,5%)
- cereali e prodotti da forno (17, pari al 8,1%)
- altri prodotti o prodotti misti (12, pari al 5,7%)
- molluschi bivalvi (11, pari al 5,2%),dai
- mangimi e dalle materi prime per mangimi (10,pari al 4,8%)
- materiali a contatto con gli alimenti (8, pari al 3,8%)
- erbe e spezie (8, pari al 3,8%)
- i piatti pronti e snacks (8,pari al 3,8%).
Il maggior numero di irregolarità è dovuto a microorganismi patogeni. Tra i contaminanti microbiologici, il maggior numero di notifiche ha riguardato Salmonella
spp., Escherichia coli e Listeria monocytogenes. "
È quindi evidente la necessità per gli Operatori del Settore Alimentare - afferma la relazione-
di porre unamaggiore attenzione alla riduzione dei pericoli negli alimenti attraverso una più efficace attività di autocontrollo compresa la verifica dei fornitori e delle materie prime".Le notifiche nazionali inserite nel sistema IRASFF nell’anno 2024 hanno avuto come oggetto principalmente gli alimenti per uso umano (290, pari a 95,4%), in
particolare la carne ed i prodotti a base di carne di pollame. I pericoli riscontrati sono stati soprattutto di natura microbiologica (microorganismi patogeni) con rischio serio per i consumatori, rilevati a seguito di controlli ufficiali svolti sul mercato dalle autorità competenti locali.
Azioni intraprese-
"Tali non conformità- spiega la relazione
- quando riscontrate in alimenti ancora sul mercato, sono state inserite come notifiche di allerta, con l’attuazione delle relative misure di ritiro e richiamo del prodotto; mentre, qualora rilevate in prodotti con breve vita commerciale, per cui l’esito analitico non conforme è stato comunicato successivamente alla scadenza del prodotto, è stata attivata una notifica per attenzione, per informare le autorità competenti sui produttori, allo scopo di attivare le relative misure correttive sul processo produttivo".I dati per Regione- La maggior parte delle non conformità sono state rilevate nelle Regioni Lazio (60, pari a 19,7%) Lombardia (50, pari a 16,4%), Emilia Romagna (39, pari a 12,8%), "probabilmente perché hanno il maggior numero di consumatori, essendo tre delle sei Regioni più densamente popolate d’Italia"- afferma il Ministero.
La maggior parte dei prodotti invece origina dalle Regioni Emilia Romagna (72, pari al 23,7%, Veneto (61, pari 20,1%), e Lombardia (28, pari 9,2%), probabilmente per
l’alto numero di realtà produttive di grandi dimensioni, in quanto si sono classificate come tre delle sette Regioni con maggior valore di Prodotto Interno Lordo per abitante-
Relazione annuale sul Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF)(anno 2024)