• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 32892
cerca ... cerca ...
ANNO 2024

RASFF, record di notifiche nella relazione annuale

RASFF, record di notifiche nella relazione annuale
Nel 2024 le notifiche pervenute attraverso il Sistema RASFF sono state 5268. E' il numero più alto degli ultimi otto anni. Dettaglio sulle non conformità nazionali.
A un anno dall'ultima relazione, il Ministero della Salute pubblica i risultati del Sistema RASFF. I dati sono riferiti al 2024 e segnano un record per numero di notifiche pervenute: 5.268 totali, a fronte delle 4683 del 2023 (+585). L'aumento nel corso degli ultimi otto anni è stato costante: nel 2015 erano quasi la metà (2967 notifiche).

Notifiche pervenute via RASFF- La parte più consistente delle notifiche pervenute tramite il RASFF ha riguardato le Border Rejection (pari al 32%), seguite dalle notifiche di allerta (24,%) hanno riguardato prodotti distribuiti sul mercato. Il sistema di allerta è stato attivato anche a seguito di non conformità rilevate dall’operatore del settore alimentare nell’ambito delle proprie attività di autocontrollo. Nel 2024 tali notifiche sono state 1197 (pari al 22,8%). La maggior parte delle notifiche (4767) ha riguardato gli alimenti; minoritarie le notifiche per alimentazione animale e  i materiali a contatto con gli alimenti (moca)(rispettivamente 315 e 183). 

Le notifiche trasmesse dall'Italia- L’Italia quest’anno ha trasmesso attraverso il RASFF 494 notifiche, pari al 9,4%, e risulta il quarto Paese membro per numero di segnalazioni inviate. I prodotti italiani oggetto di allerta europea sono stati 210, in lieve crescita rispetto agli anni precedenti (+5 rispetto al 2023)

Non conformità nei prodotti di origine italiana - Complessivamente sono state 210 le non conformità segnalate nel 2024. Le prime dieci categorie sono date da
  1. frutta e vegetali (38, pari all’18,1%)
  2. carne e prodotti a base di carne diversa dal pollame (21, pari al 10%)
  3. latte e prodotti a base di latte (20, pari al 9,5%)
  4. cereali e prodotti da forno (17, pari al 8,1%)
  5. altri prodotti o prodotti misti (12, pari al 5,7%)
  6. molluschi bivalvi (11, pari al 5,2%),dai
  7. mangimi e dalle materi prime per mangimi (10,pari al 4,8%)
  8. materiali a contatto con gli alimenti (8, pari al 3,8%)
  9. erbe e spezie (8, pari al 3,8%)
  10. i piatti pronti e snacks (8,pari al 3,8%).
Il maggior numero di irregolarità è dovuto a microorganismi patogeni. Tra i contaminanti microbiologici, il maggior numero di notifiche ha riguardato Salmonella
spp., Escherichia coli e Listeria monocytogenes. "È quindi evidente la necessità per gli Operatori del Settore Alimentare - afferma la relazione- di porre una
maggiore attenzione alla riduzione dei pericoli negli alimenti attraverso una più efficace attività di autocontrollo compresa la verifica dei fornitori e delle materie prime".

Le notifiche nazionali inserite nel sistema IRASFF nell’anno 2024 hanno avuto come oggetto principalmente gli alimenti per uso umano (290, pari a 95,4%), in
particolare la carne ed i prodotti a base di carne di pollame. I pericoli riscontrati sono stati soprattutto di natura microbiologica (microorganismi patogeni) con rischio serio per i consumatori, rilevati a seguito di controlli ufficiali svolti sul mercato dalle autorità competenti locali.

Azioni intraprese- "Tali non conformità- spiega la relazione-  quando riscontrate in alimenti ancora sul mercato, sono state inserite come notifiche di allerta, con l’attuazione delle relative misure di ritiro e richiamo del prodotto; mentre, qualora rilevate in prodotti con breve vita commerciale, per cui l’esito analitico non conforme è stato comunicato successivamente alla scadenza del prodotto, è stata attivata una notifica per attenzione, per informare le autorità competenti sui produttori, allo scopo di attivare le relative misure correttive sul processo produttivo".

I dati per Regione- La maggior parte delle non conformità sono state rilevate nelle Regioni Lazio (60, pari a 19,7%) Lombardia (50, pari a 16,4%), Emilia Romagna (39, pari a 12,8%), "probabilmente perché hanno il maggior numero di consumatori, essendo tre delle sei Regioni più densamente popolate d’Italia"- afferma il Ministero.
La maggior parte dei prodotti invece origina dalle Regioni Emilia Romagna (72, pari al 23,7%, Veneto (61, pari 20,1%), e Lombardia (28, pari 9,2%), probabilmente per
l’alto numero di realtà produttive di grandi dimensioni, in quanto si sono classificate come tre delle sette Regioni con maggior valore di Prodotto Interno Lordo per abitante-

Relazione annuale sul Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF)

(anno 2024)