In Sardegna, l’abbandono dei sistemi pastorali e la mancanza di pascolo è considerata "una minaccia di elevata importanza" per la conservazione della Pernice sarda.
Approdare ad "una gestione meno intensiva delle aree agro-pastorali". E' uno degli obiettivi del "
Piano di gestione nazionale della pernice sarda (Alectoris barbara)" approvato il 2 ottobre dalla Conferenza Stato Regioni. Infatti, il graduale decremento di ampie porzioni di macchia può portare alla quasi completa eliminazione di superfici arbustive, trasformando il paesaggio in un ambiente privo di rifugio e di siti alimentari per la Pernice sarda.
Conservazione "sfavorevole"- L'intesa sancita il 2 ottobre dalla Confererenza Stato Regioni si basa su un Piano proposto dal Ministero dell'Ambiente e condiviso dal Ministero dell'Agricoltura oltre che con la Regione interessata. La specie, cacciabile ai sensi della normativa nazionale, si trova in uno stato di conservazione "sfavorevole". Malgrado ciò, non esiste un piano europeo per la conservazione della pernice sarda, mentre l'Italia si trova a rivestire un ruolo importante in quanto ospita più della metà della popolazione europea di
Alectoris barbara.
Agricoltura intensiva e pesticidi- Su queste premesse, il Piano ha per scopo la conservazione e l'incremento delle popolazioni italiane nidificanti, in un arco temporale di cinque anni. Gli obiettivi a breve termine che includono, tra gli altri, "una gestione meno intensiva delle aree agro-pastorali". L’agricoltura intensiva è considerata una minaccia per la specie "e quindi dovrebbe essere incentivata un’agricoltura estensiva"- si legge nel Piano- per proteggere e ricostruire habitat adatti a questa specie granivora. Inoltre, anche un elevato uso di pesticidi connesso all'agricoltura intensiva è considerato un fattore di minaccia.
Condizioni sanitarie- Le parassitosi sono considerate una minaccia, ma di bassa importanza sullo stato di conservazione dell’avifauna. Per contro i ripopolamenti con individui dallo stato sanitario non controllato possono causare la diffusione di malattie tra le popolazioni selvatiche.
Predatori- Altre forme di pressione sulla specie vengono esercitate da parte di predatori quali cani, gatti, corvidi, cinghiali e volpe. Infatti, la presenza dei predatori condiziona il successo riproduttivo della Pernice sarda (mancando però dati sull’influenza esercitata dal cinghiale).
Attività venatoria- Per dati attendibili sulla consistenza della specie- presente da secoli nell'Isola- occorre attendere fino al 2018, quando la Regione Sardegna, in collaborazione con l’Università di Sassari, ha avviato una raccolta dati sul successo riproduttivo in aree campione della regione, anche utilizzando statistiche venatorie. Il monitoraggio acquisito ha consentito di oerientare il Piano approvato ieri ad una gestione venatoria sostenibile, grazie ad una maggiore conoscenza dell’entità delle popolazioni nidificanti.
Pavoncella (Vanellus vanellus)- Nella stessa seduta, la Conferenza Stato Regioni ha approvato anche il
Piano di gestione nazionale della Pavoncella (Vanellus vanellus)