• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 30964
IL CASO

Microchip, in Umbria scoppia il caso delle sanzioni arretrate

Microchip, in Umbria scoppia il caso delle sanzioni arretrate
Si profila un possibile caso erariale dietro alle 25 mila multe arretrate recapitate ai proprietari dell'Umbria. Ipotesi di danno erariale. In discussione il ruolo dei Liberi professionisti.

Contestate sanzioni arretrate (in alcuni casi risalenti al 2018) a numerosi proprietari di cani dell'Umbria (Asl 2)  che si vedono recapitare multe di 200 euro per ogni cane non microchippato nei tempi di legge. L’obbligo scatta infatti entro 60 giorni dalla nascita degli animali (e comunque prima che il cucciolo venga venduto) ed entro 10 giorni nel caso di animali provenienti da fuori Umbria. Si tratterebbe, secondo quanto riferisce la stampa locale, di 25 mila multe. 

Danno erariale e legittimità delle sanzioni- Dietro questa consistente operazione di riscossione tardiva ci sarebbe il timore di un danno erariale, sul quale c'è già l'attenzione della Corte dei conti.  I proventi delle sanzioni amministrative devono infatti essere acquisiti al bilancio regionale, con vincoli di destinazione previsti dalla legge regionale. L'applicazione delle sanzioni amministrative pecuniarie compete all'azienda unità sanitaria locale nel cui territorio sono state rilevate le violazioni. Sulle sanzioni sono sorte contestazioni da parte chi sostiene che siano illegittime. In base alla legge, ci sono 5 anni di tempo per riscossione di una sanzione, purchè la violazione venga contestata entro 90 giorni.

Riunione all'Ordine di Terni- Per fare il punto della situazione, venerdì pomeriggio si è svolta una riunione organizzata dall’Ordine dei Veterinari di Terni. Il cui presidente, Danilo Serva, è anche direttore Dipartimento di prevenzione della Asl2 a cui afferiscono anche i servizi veterinari. Nella riunione è stato acquisito un parere legale secondo cui i liberi professionisti non sarebbero imputabili per l’eventuale danno erariale.

Il ruolo dei veterinari liberi professionisti-  Per legge, i Veterinari liberi professionisti non hanno potere sanzionatorio, presupposto per i risvolti erariali, ma secondo la legge regionale  avrebbero dovuto obbligatoriamente comunicare alle autorità la tardiva microchippatura degli animali. ("I medici veterinari  devono in ogni caso verificare la presenza del microchip identificativo del cane. Nel caso di mancanza o di illeggibilità dello stesso, il proprietario o il detentore devono essere informati degli obblighi di legge e il medico veterinario libero professionista autorizzato ne deve dare comunicazione al servizio veterinario. L'omessa comunicazione al servizio veterinario comporta la revoca dell'autorizzazione").

Il rapporto con i proprietari sanzionati- Restano, però, i problemi con i proprietari dei cani, loro clienti, che imputano al veterinario la mancata comunicazione di una regola, quella sui tempi entro i quali deve essere inserito il microchip, che in pochi conoscevano. E che pochissimi hanno rispettato- prosegue il giornale on line dell'Umbria-  anche a causa di un errore nel sistema, che consentiva l’inserimento anche oltre i termini, senza segnalare automaticamente il ritardo. 

Legge regionale 9 aprile 2015 , n. 11

Testo unico in materia di Sanità e Servizi sociali.