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L'AUDIZIONE

In Umbria, Servizi Veterinari da riorganizzare

In Umbria, Servizi Veterinari da riorganizzare
Nella terza regione d'Italia per anzianità anagrafica, i Veterinari di Sanità Pubblica hanno spiegato le ragioni di una riorganizzazione dei Servizi e dei controlli.


Audizione dei Veterinari pubblici dell'Umbria sulle "Problematiche di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare nella fase di ripartenza dopo l’emergenza Covid 19”. Di fronte alle Commissioni Sanità ed Economia del Consiglio regionale, i rappresentati di Sivemp e Simevep hanno chiesto maggiori investimenti nei dipartimenti di prevenzione, «attualmente largamente sotto finanziati e dimostratisi strategici nella recente esperienza del Covid-19», e una riorganizzazione dei Servizi.

Una questione prioritaria da affrontare è l'organizzazione dei controlli- hanno spiegato-  visto che le piccole aziende diffuse sul territorio (l’80 percento del totale) e i grandi insediamenti hanno richiedono strutture e operatività differenti: complessivamente in Umbria ci sono allevamenti con circa 400mila capi di grandi dimensioni allevati, accanto a circa 3milioni di avicoli.
Anche la gestione della macellazione dovrebbe essere oggetto di attenzione, visto che per una regione con allevamenti medio-piccoli e diffusi potrebbe risultare più razionale una rete di mattatoi di ridotte dimensioni piuttosto che pochi grandi centri di macellazione.

Soprattutto nei territori più disagiati e marginali, "la zootecnia e le industrie alimentari connesse, rappresentano un baluardo per la loro tenuta economica, già seriamente provata dalle calamità naturali e dalla recente pandemia".

Centrale, secondo i veterinari, sarà anche il ruolo dell’Istituto zooprofilattico Umbria-Marche, unitamente a quello dell’Università, per la ricerca e la formazione specialistica delle nuove professionalità necessarie: a breve infatti è previsto il pensionamento di molto personale dirigente per raggiunti limiti di età. «L’Umbria – hanno spiegato  – è la terza regione d’Italia con la media anagrafica più elevata dei dirigenti veterinari di ruolo».

In molti settori vi è carenza di personale e il turn over esporrà diversi servizi al rischio di non poter garantire un apporto qualificato a tematiche che la pandemia ha dimostrato fondamentali, come la salute animale e il controllo delle malattie con possibilità di diffusione all’uomo. Uno dei ruoli svolti dai veterinari che operano nella sanità pubblica è il controllo e la prevenzione del randagismo, che ha rilevanti risvolti sociali e sanitari. Ed anche economici, dato che nei canili pubblici ci sono 1300 cani che costano 1.200 euro l’anno ciascuno.

Dagli interventi è emerso infine l’auspicio di una più stretta collaborazione tra l’Istituto zooprofilattico (che avrebbe il problema di realizzare presto una sede più grande e adeguata alle attività svolte) e l’Agenzia regionale per l’ambiente in materia di tutela della salute animale e umana e per l’analisi dei rischi oncologici. (fonte)