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L'INTERVENTO

Canis Lupus, il nuovo status di un predatore naturale

Canis Lupus, il nuovo status di un predatore naturale
La presenza di Canis Lupus sta aumentando in tutta Europa e il suo nuovo status fa discutere. Per farsi un'idea delle posizioni in campo Confprofessioni si è rivolta alla Veterinaria. 

Francesco Orifici (ANMVI) firma per l'house organ di Confprofessioni un articolo sul nuovo status di protezione del lupo. Il contributo è pubblicato sull'ultimo numero de Il Libero Professionista Reloaded e affronta il grande tema dell'equilibrio tra la popolazione di Canis Lupus in Italia e le esigenze di contenimento che ne hanno decretato la riclassificazione internazionale da specie "rigorosamente protetta" a "protetta".

Con approccio critico e senza tacere nessun fattore di analisi, Orifici parte dalle preoccupazioni del legislatore e delle categorie produttive per respingere il facile dualismo mediatico che contrappone allevatori e animalisti. L'articolo si sofferma sulle caratteristiche del Lupo italiano rispetto a quello europeo e sulle peculiarità del tessuto agro-pastorale nazionale. 
Se i danni da predazione sono quantificati e quantificabili, "molto più arduo - scrive Orifici- è quantificare il beneficio di avere un predatore come il lupo sul nostro territorio".

L'articolo è corredato da mappe sulla diffusione della specie in Italia.

La riclassificazione del lupo è già in vigore nella Convenzione di Berna dal 7 marzo 2025. Ma spetterà allo Stato Membro Italia stabilire come e dove applicare sul proprio territorio il declassamento del lupo da specie “rigorosamente” protetta” a specie semplicemente “protetta”. Infatti, la coesistenza con il lupo potrà essere riequilibrata con la caccia selettiva nei territori considerati hot spot di conflitto, sulla base di dati certi.  Non si potrà violare il nuovo principio costituzionale che tutela animali, biodiversità ed ecosistemi, (articolo 9). Non si potrà nemmeno violare il nuovo articolo 41 Cost. in base al quale la legge italiana indirizza e coordina l’attività economica anche tenendo conto di fini “ambientali”.

Non potrebbe esserci una più autorevole declinazione del principio One Health: una salute unica per uomini, animali e ambiente- conclude l'autore.