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LA LETTERA

Brachicefali, FCI contro il divieto olandese: non tutela i cani

Brachicefali, FCI contro il divieto olandese: non tutela i cani
In seguito alla nuova legge dei Paesi Bassi sulle razze brachicefale, il Presidente della Federazione Cinologica Internazionale ha scritto una lettera aperta al Kennel olandese.


Dal 18 maggio, il Governo olandese ha di fatto emanato la messa al bando delle razze brachicefale allevate nel Paese, ben 12 razze fra le più amate e diffuse, e non solo nei Paesi Bassi.

La FCI (Federazione Cinologica Internazionale) era a conoscenza dal mese di agosto del 2019 che nei Paesi Bassi c'era l'intenzione di modificare legislazione sulle razze brachicefele.
Tuttavia, "non siamo mai stati consultati" scrive ora il Presidente della FCI, Tamás Jakkel,  in una lettera aperta al Raad van Beheer (RvB, il Kennel Club Olandese) in cui lamenta proprio il mancato coinvolgimento preventivo della comunità cinologica internazionale.

Jakkel propone quindi all'Rvb un confronto con il Comitato Generale della FCI per verificare il da farsi in seguito ad una legislazione draconianiana, non fondata su basi scientifiche. E non adeguatamente fondate sarebbero state le contro-proposte degli allevatori olandesi al Governo per arrivare ad un provvedimento meno drastico.
La FCI, spiega Jakkel, ha un proprio gruppo di lavoro che si occupa della salute di razze brachicefaliche, il cui compito è di elaborare metodi di allevamento professionalmente orientati.

"La nostra priorità - scrive il Presidente della FCI- è la conservazione di queste razze, che sono tutte patrimoni nazionali, e la tutela degli interessi degli allevatori responsabili". Al contrario, la scelta olandese oltre a ignorare il patrimonio cinologico espone queste razze al rischio di essere meno tutelate: non registrate, non controllate, non sottoposte a test genetici e funzionali e ad alcuna supervisione professionale.

"Vietare" le razze  comporterà invece l'impossibilità per gli allevatori professionali di operare nell'interesse di queste razze. "Un'enorme percentuale di cani nascerà  in singoli nuclei familiari senza alcuna affiliazione ad enti ufficiali, con impatti drammatici sullo stato di salute generale di questi cani". E "una volta perso il pool genetico registrato, il controllo di qualità si perderà per sempre"- ammonisce Jakkel.

Fra le contro-proposte del Raad van Beheer al Governo olandese c'erano anche incroci finalizzati a modificare la morfologia dei cani. "Ovviamente, la FCI è anche rigorosamente contraria all'incrocio di razze ufficiali- scrive Jakkel- il che vorrebbe semplicemente disconoscere centinaia di anni di storia della cinologia. "L'outcrossing- a causa della sua semplicità e del vantaggio di dare risultati a breve termine-  è molto in voga, ma porta anche conseguenze imprevedibili sul pool genetico della razza.

In conclusione, la decisione olandese finirà per "favorire soltanto coloro che non forniscono alcun pedigree insieme ai loro cuccioli"- afferma Jakkel, che invita tutti gli allevatori olandesi delle 12 razze bandite a protestare uffficialmente contro la perdita di una parte rilevante del loro patrimonio cinologico nazionale..

Senza escludere iniziative del Comitato Generale della FCI, il Presidente Jakkel chiede una campagna internazionale su quella che definisce "una questione culturale".

Criteria Short muzzled dogs
Criteri di misurazione per veterinari a cura di RvB (EN)
Breeding short muzzled dogs
Documento del Ministero dell'Agricoltura Olandese (EN)