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IL CASO

Cane investito, una legge e un LEA scaricati sui veterinari privati

Cane investito, una legge e un LEA scaricati sui veterinari privati
I fatti risalgono alla notte del 5 maggio, quando viene portato nella struttura veterinaria un meticcio di circa un anno, investito sulla Firenze-Pisa-Livorno.
Il cane era stato abbandonato e legato al guard rail. Il soccorritore del cane, egli stesso seriamente coinvolto nell'incidente, viene informato che le cure non saranno gratuite, ricevendo un preventivo di spesa sul quale scoppia una polemica sui social e sulla stampa locale che titolerà: "Soccorre l'animale e gli chiedono i soldi. Lo salva e deve pagare 300 euro" e ancora: "Ho raccolto quel cucciolo e il conto è di 5mila euro".

La testimonianza del Veterinario curante- "Nonostante le nostre raccomandazioni di chiamare la polizia, carabinieri o vigili del fuoco, per mettere in sicurezza la zona e evitare che venga fatturato a chi l’ha portato, hanno caricato il cane e l’hanno portato da noi. Risultato visita di pronto soccorso, esami radiografici (2 fratture vertebrali, 2 fratture scomposte radio ulna e tibia), esami del sangue, ecografie, vis neurologica, stabilizzazione con docce agli arti e split vertebrali, un preventivo di 300€ (che non ha pagato avendo la moglie in ospedale per l’incidente)".

"Il giorno dopo viene pubblicato su La Nazione il fatto che abbiamo chiesto 300 euro, scatenando uno scandalo sui social incontrollabile creando un danno d’immagine a tutte le cliniche 24ore. Il giorno dopo la persona, che ha portato il cane, si è scusata ed ha insistito per pagare. È stata informata della possibilità di eseguire l’eutanasia o di operare il cane per metterlo in condizione di vivere su una carrozzina. La persona ha scelto la seconda opzione, facendosi aiutare dalle varie associazioni, e col fatto che qualcuno l’avrebbe adottato anche se paraplegico".

Non solo il preventivo conseguente non arrivava ai 5mila euro indicati dalla stampa, ma questa presentava i fatti come se il cane venisse assistito solo a fronte di un immediato saldo. "Questa  è stata una falsità che la persona ha smentito ma che non hanno pubblicato"- lamenta il Collega che vede nell'accaduto "un ulteriore danno alla clinica, e a tutte le cliniche che eseguono prestazioni specialistiche e 24 ore, e ovviamente si allarga a tutti veterinari".

Informare i cittadini- "Da parte nostra - fa presente il Collega- abbiamo provveduto a dare delle smentite, ma sono state pubblicate parzialmente, e sui social (Facebook ecc.) ma ormai il danno è fatto"- spiega, chiedendo di pubblicare la sua versione dei fatti. Al suo Ordine provinciale (Pisa), infine, il Collega ha rivolto la richiesta comunicare "ai cittadini come devono comportarsi se trovano un animale abbandonato o smarrito, e, di cogliere l’occasione per fare presente che il Veterinario che cura gli animali è un Libero Professionista, che non fa parte di nessuna istituzione statale".

Cosa dice la legge- Il soccorso agli animali vittime di incidenti stradali è stato inserito nel 2010 nel Codice della Strada, obbligando "l'utente della strada", pena sanzioni, a "fermarsi e porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subito il danno".
La modifica era stata emanata senza prevedere coperture economiche, facendo ricadere le spese sul cittadino soccorritore. Dal 2017, con la riforma dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) il soccorso agli animali incidendati è passato a carico dello Stato. Il capitolo "Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica", contempla il "Soccorso degli animali a seguito di incidente stradale", ai sensi del Nuovo Codice della Strada (art 31. legge 120/2010) e della Legge 281/91 (art. 2 c.12). Al riguardo, il DPR Lea dispone:
- il Coordinamento degli Enti preposti e delle  Associazioni per il recupero e la stabilizzazione degli animali d’affezione coinvolti in un incidente stradale.
- l'informazione all’utenza sulle modalità di accesso al sistema di primo soccorso