• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31040
CASSAZIONE

Associazione per delinquere, truffa e falso: condannati negozianti e veterinario

Associazione per delinquere, truffa e falso: condannati negozianti e veterinario
Confermata dalla Corte di Cassazione la condanna per associazione per delinquere, frode, falso e truffa, per i quattro titolari e gestori, oltre che per il loro veterinario, di un negozio nel ferrarese.
La Corte di Appello di Bologna li aveva condannati per associazione per delinquere, riformando parzialmente la sentenza più mite di primo grado del tribunale di Ferrara (il veterinario di fiducia dei titolari era stato assolto in primo grado). Il ricorso in Cassazione non ha prodotto gli esiti sperati dagli imputati, che si sono visti confermare le condanne.

Il caso esplose nel febbraio 2008 quando, in seguito alle indagini della polizia provinciale e dell'Asl ferrarese mirate a verificare una serie di presunte irregolarità compiute dai gestori ai danni dei propri clienti e degli animali venduti o tenuti in custodia all'interno dell'esercizio, il pm della Procura di Ferrara Barbara Cavallo, decise di imputare i titolari e gestori dell'esercizio commerciale e il medico per una serie di reati, che spaziavano dall'associazione per delinquere, alla frode in commercio, al falso.

Secondo la procura di Ferrara i cuccioli di cani e gatti venivano strappati prematuramente alla madre per essere importati dai paesi dell'Est (Ungheria) con passaporto falso per mascherarne l'età, troppo bassa e comunque inferiore a quella necessaria per le vaccinazioni, rivendendoli in Italia a prezzi concorrenziali. Le vaccinazioni, poi, effettuate prima dei limiti temporali previsti, li esponevano a una serie di patologie, in molti casi fatali. Alcuni cuccioli di cani e gatti, inoltre, avrebbero accusato problemi sanitari di vario tipo e sarebbero deceduti dopo pochi giorni dall'acquisto.

Per i cinque imputati la pm Barbara Cavallo aveva chiesto un anno e sei mesi in primo grado. Secondo l'accusa, infatti, esisteva un disegno criminoso che collegava le persone coinvolte nel commercio illegale di cuccioli. Un'ipotesi rigettata invece dal giudice collegiale che aveva assolto tutti da quest'ultimo capo di imputazione. Non solo dall'associazione, ma da tutti i capi contestati, vennero assolti il veterinario (che secondo l'accusa era "il medico di fiducia di Animalandia") e  una dei soci (20% delle quote). Pene più miti rispetto a quelle chieste dal pm riediarono anche per gli altri negozianti  (per uno di loro sono stati riconosciuti 3 dei 36 capi di imputazione contestati), condannata anche la legale rappresentante della ditta, mentre l'altro negozionate  venne condannato a 2 anni e 3 mesi: più di quanto chiesto dal pm nonostante fosse caduta l'ipotesi associativa.

La sentenza d'appello capovolse in gran parte l'esito del primo grado ed ora la Cassazione ha confermato le condanne.(fonte estense.com)