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TEMPI DI SOSPENSIONE

Cortisone oltre il limite di legge nel fegato di vitello macellato

Cortisone oltre il limite di legge nel fegato di vitello macellato
Il 27 agosto 2010 durante un controllo di routine presso un macello di Ceva un vitello fu trovato positivo al desametasone, un farmaco cortisonico.
L'animale proveniva dll'allevamento era cresciuto nella stalla del soccidario. I due sono a processo davanti al tribunale collegiale di Cuneo, anche se il soccidario nel frattempo deceduto.

"Ci era stata segnalata quella partita di vitelli, e ritenemmo opportuno controllare a caso uno dei quindici capi per valutare se fossero state usate sostanze farmacologiche", ha spiegato la veterinaria dell'ASL CN che fece il prelievo quella mattina. "I trattamenti sono concessi purché rientrino nei limiti di sospensione prescritti dalla legge precedenti la macellazione. Prelevammo una porzione di fegato, dall'esame istologico risultò un valore oltre la norma. Quindi dosaggi e tempi di somministrazione del farmaco, usato per problemi respiratori ma anche per incrementare la massa muscolare e renderla più chiara, non sarebbero stati rispettati".

"Nel caso di desametasone il tempo di sospensione è di 6 giorni. Quindi il capo o fu mandato alla macellazione prima del tempo o fu somministrato un dosaggio più elevato. A disposizione però non avevo il documento da cui risultasse se fosse stato trattato", ha concluso la veterinaria.

La difesa: "Potrebbe sussistere l'ipotesi che l'animale non avesse metabolizzato la sostanza come dovuto?" "Lo ritengo poco probabile", ha risposto la veterinaria che, dopo aver visionato copia del modello che viene presentato al macello ha confermato che da questo non risultava che il vitello fosse stato trattato nei 90 giorni precedenti.
"Il livello di desametasone ritrovato nella porzione di fegato superava dieci volte il livello entro il quale il consumatore può ritenersi tutelato", ha dichiarato il consulente tecnico del pm professore di farmacologia presso l'università di scienze veterinarie di Cuneo. "Dal registro di stalla il bovino risultava trattato nei limiti di tempo, ma dai residui non risulta che potessero essere compatibili con un valore così alto, che di solito si riscontra dopo solo un giorno o due. Sicuramente quel trattamento non è stato fatto correttamente".

Il veterinario che seguiva le due stalle a difesa: "Il 20 agosto prescrissi due farmaci, uno per patologie respiratorie e un antinfiammatorio cortisonico. Era sempre il soccidario a somministrare le medicine, presumo che lo abbia fatto il giorno dopo, il 21. Quell'animale doveva avere dei problemi, ero stato chiamato apposta".

Il processo è stato rinviato al 29 ottobre per sentire il consulente della difesa e per eventuale discussione. (fonte)