La richiesta chiarimenti inoltrata dalla SIVE al Ministero della Salute nasce dal confronto fra Dipendenti Pubblici e Ippiatri Liberi Professionisti, in merito all'applicazione delle norme sul benessere animale agli equidi non-dpa, e dei relativi profili di sanzionabilità.
Ricorrono dubbi - spiegano gli ippiatri alla competente Direzione ministeriale- sulle misure e sulle azioni concretamente esperibili, sanzioni comprese, a tutela del benessere degli equidi non destinati alla produzione alimentare (non dpa). Fatte salve fattispecie penalmente rilevanti- prosegue la nota- non è infrequente la circostanza che- nel proprio esercizio professionale- il Veterinario Ippiatra incorra in circostanze di cattiva gestione degli equidi (es. igiene, alimentazione, spazi e recinzione, prevenzione, ecc.) da parte di proprietari o detentori.
"In queste situazioni- spiega la nota- il Veterinario Ippiatra fornisce raccomandazioni e prescrizioni di corretta gestione degli equidi sotto le proprie cure, ma apparentemente in assenza di norme cogenti che possano ingiungere l’adempimento - ove la gravità lo renda opportuno - pena sanzioni amministrativo pecuniarie applicabili dai Servizi Veterinari. Non sono d’altra parte infrequenti - prosegue - azioni di sensibilizzazione da parte delle associazioni protezioniste del settore equino".
In particolare, la SIVE ha chiesto alla Direzione Ministeriale di chiarire se, e in quale misura, le norme del Decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 146 trovino applicazione agli equidi non dpa, considerato che all'art. 1, comma 3, si legge: "il presente decreto non si applica agli animali (…) destinati a partecipare a gare, esposizioni, manifestazioni, ad attività culturali o sportive”.
Anagrafe equina e decreto tecnico operativo- Con una seconda nota, la SIVE ha chiesto aggiornamenti sull'anagrafe equina, richiamandosi al all’attuazione del regolamento (UE) n. 2015/262 e alla risposta fornita dallo stesso Ministero della Salute all’audit europeo relativa all’emanazione di un decreto tecnico-operativo che definisca le procedure per la gestione e il funzionamento dell’anagrafe degli equidi da parte del Ministero della salute.
Al di là dei ritardi – comprensibilmente legati al trasferimento di competenze per la gestione dell'anagrafe degli equidi dalle Politiche Agricole alla Salute, e alla revisione della normativa in materia di identificazione e registrazione degli equidi tuttora in corso in sede europea- la suddetta risposta
nazionale agli ispettori europei informava che il decreto operativo era in discussione presso un gruppo di lavoro interministeriale.