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ESPOSTO AD AGCOM. SOSPENDERE PAGAMENTO RAI

ESPOSTO AD AGCOM. SOSPENDERE PAGAMENTO RAI
Sospendere il pagamento del canone speciale RAI per la sola presenza di computer in studio. In assenza di chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate e del Ministero dello Sviluppo Economico, l'ANMVI dà indicazione di non procedere al versamento e di attendere la scadenza del 29 febbraio.

L'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani ha presentato un esposto all'Autorità Garante per le Comunicazioni (AGCom) chiedendo l'intervento dell'Authority, in quanto indipendente e preposta a tutelare garanzie lese dalla pretesa impositiva della Direzione Amministrazione Abbonamenti RAI.

"Riteniamo legittimo attenderci – scrive il Presidente Marco Melosi- che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in quanto autorità indipendente preposta, si pronunci in merito al canone "speciale" RAI ed in particolare sulla pretesa impositiva nei riguardi degli studi professionali (ex legge 23/12/1999, n. 488) ove non siano presenti televisori e radio".

L'Associazione chiede in particolare di verificare - nelle modalità e nelle forme che la legge istitutiva affida all'Autorità in indirizzo – se il cosiddetto canone "speciale" RAI, così come richiamato dalla Direzione Amministrazione Abbonamenti della Rai Radio Televisione Italiana, non sia lesivo delle garanzie tutelate dall'Agcom, e nella fattispecie:

- corretta competizione degli operatori sul mercato
- libertà fondamentali dei cittadini
- tutela dei consumi

Infatti, benchè il canone RAI sia per definizione un "abbonamento alla radio e alla televisione", la Direzione Amministrazione Abbonamenti della Rai Radio Televisione Italiana estende- del tutto arbitrariamente- la portata impositiva del Regio Decreto 21/2/1938, n. 246 e la citata Legge 488/99 a "computer collegati in rete (digital signage e similari), indipendentemente dall'uso al quale gli stessi vengono adibiti come ad esempio la visione di filmati di aggiornamento, ecc".

L'ANMVI fa presente che:
- nei riferimenti legislativi citati dalla Direzione Amministrazione Abbonamenti non compare in alcun passaggio il possesso di computer e analoghe tecnologie multimediali;
- il Decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, all'articolo 17, non menziona gli "studi professionali", ma solo le Società e le imprese, pertanto la comunicazione circa i presupposti fiscali per la deducibilità menzionati nella lettera della Direzione A. Abbonamenti RAI risulta ulteriormente priva di fondamento e di garanzie di tutela dei consumatori.
- per il possesso di computer e analoghe tecnologie multimediali collegate in Rete, così come per l'attivazione di caselle di posta elettronica (es. posta elettronica certifica) gli studi professionali dei medici veterinari già versano ai gestori di telefonia un corrispondente canone di abbonamento;
- per il possesso di monitor a circuito chiuso, eventualmente presenti nelle sale d'attesa, decadano altresì le pretese impositive della RAI.

Pertanto l'Associazione ritiene che la pretesa impositiva della RAI si configuri come una indebita forma di lucro su:

- attività di servizio e di aggiornamento scientifico-professionale che i medici veterinari svolgono tramite dispositivi multimediali, anche senza collegamento alla Rete (la RAI ha richiamato il canone speciale anche a studi professionali dove non risultano connessioni Internet);
- corrispondenza- anche privata- che i medici veterinari intrattengono via posta elettronica;
- attività di informazione e comunicazione degli stessi studi professionali medico-veterinari nei confronti dei propri utenti/pazienti.

L'ANMVI rimarca che la Direzione Centrale Normativa e Contenzioso dell'Agenzia delle Entrate si era già dichiarata incompetente, indicando nell'autorità Ministeriale il soggetto istituzionalmente tenuto a rispondere. Ma la risposta non è arrivata.

Alla luce di quanto su esposto, si ritiene che oltre al parere del Ministero di competenza, oggi Ministero dello Sviluppo Economico- per le massime garanzia di tutela - sia doveroso il pronunciamento dell'Autorità garante, in quanto indipendente e in quanto tenuta a riferire in Parlamento.

I medici veterinari italiani, nelle cui strutture non sono presenti televisori e radio, sono invitati a sospendere il pagamento e ad attendere auspicabili sviluppi della vicenda entro il 29 febbraio, data ultima per il versamento senza sanzioni, come da comunicato del TG1 del 7 febbraio scorso.

Nel frattempo sono attivi gli studi legali di ANMVI, FIMMG e ANDI per studiare azioni congiunte.