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DECRETO 138/2020

Macellazione a domicilio, Cimo Calabria scrive al Commissario

Macellazione a domicilio, Cimo Calabria scrive al Commissario
E' già pronta anche per il nuovo Commissario alla Calabria la lettera della CIMO che chiede la revoca di un provvedimento "antigiuridico".


Il Decreto n.138 del 29 Ottobre scorso è "illegittimo, contraddittorio, nonché viziato da difetto di motivazione, illogicità ed irragionevolezza e sintomi di sviamento di potere". Questa la valutazione che la CIMO Calabria argomenta in una lettera al Commissario ad Acta e per conoscenza al Ministero della Salute, alla Fnovi e agli Ordini Veterinari calabresi.
La lettera del Sindacato medico chiede "la revoca in autotutela del provvedimento".

Il Decreto- contestato anche dagli stessi Ordini provinciali-   introduce  una figura di  “persona formata” che,  in seguito alla frequenza di un corso "professionalizzante" rilasciato dal Servizio Veterinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale , può "condurre tutte le fasi della macellazione a domicilio degli animali delle specie suina".
Inoltre, questa “persona formata” viene titolata anche svolgere "compiti ispettivi". Il decreto infatti recita: "Nel caso in cui l’ispezione post-mortem sia condotta dalla persona formata incaricata di procedere alla macellazione dell’animale, qualsiasi anomalia rilevata, deve essere prontamente comunicata al competente Servizio Veterinario mettendo a disposizione del veterinario ufficiale tutte le parti dell’animale macellato e prevenendone il consumo prima che il veterinario ufficiale le abbia ispezionate ritenendole idonee al consumo umano".

Firmando la lettera, il Coordinatore Regionale dei Medici Veterinari CIMO Calabria, Roberto Macrì, stigmatizza anche l'istituzione di un elenco delle suddette "persone formate", tenuto sia dal Servizio Veterinario che dal Settore di Sanità Veterinaria della Regione Calabria, un elenco dal quale è possibile la “cancellazione” a seguito di “inottemperanze alle disposizioni” contenute nel provvedimento.

Una situazione "antigiuridica"- scrive Macì-  della quale CIMO Calabria chiede la rimozione anche attraverso iniziative sollecitate a tutte i destinatari della lettera. Il provvedimento di configura come "lesivo della professione del medico veterinario" ed è "foriero di  esporre a rischio la salute pubblica" atteso che “le ispezioni ante mortem e post mortem sono essenziali per verificare la conformità alle prescrizioni in materia di salute umana e di salute e benessere degli animali”. Il virgolettato trova la propria fonte normativa primaria nel Regolamento n. 627/2019. a testimoniare come il decreto 138/2020 esponga la Regione Calabria anche a violazioni del diritto comunitario.

pdfLETTERA_DEL_SINDACATO_CIMO_CALABRIA.pdf231.03 KB