Sollevato dalla SIVAR, il caso dei cortisonici nelle urine dei bovini viene ripreso dal Sole 24 Ore, mentre sono in corso accertamenti da parte dell'Istituto superiore di sanità e di altre strutture come gli istituti zooprofilattici e la facoltà di veterinaria dell'Università statale di Milano. Cauto il punto di vista delle autorità sanitarie in Lombardia. "La notizia che in regioni come la Lombardia molte vacche risultano positive al Prednisolone è destinata agli addetti ai lavori"- scrive Roberto La Pira sul Sole 24 Ore, prendendo le mosse dalla posizione dei medici veterinari della SIVAR sull'anomala presenza di cortisonici nelle urine dei bovini. Ma il giornalista riconosce la delicatezza del caso, "perchè è vero - scrive - che la carne di vacca non si vende nei supermercati, ma è altrettanto vero che si usa per hamburger, ripieni di tortellini e altre lavorazioni industriali come la preparazione di salumi e salsicce".
Il punto di vista dei controllori è più cauto. «Abbiamo iniziato a fare queste verifiche due anni fa nell'ambito del Piano nazionale residui - precisa Mario Astuti del Servizio Veterinario della Regione Lombardia - realizzando analisi extra per evidenziare anomalie e problemi nella filiera. Lo spunto è stato il regolamento europeo che, nell'ambito delle regole sul benessere animale, dal 2008 vieta la macellazione degli animali non più in grado di camminare per recarsi al macello. Prima dell'entrata in vigore del regolamento esisteva un sistema di raccolta e trasporto degli animali in crisi, che il veterinario visitava prima della macellazione. Nell'ambito di questo progetto è emersa la presenza anomala di residui di antinfiammatori nelle urine di moltissime vacche da latte (animali con 4/6 anni di carriera alle spalle)».
Il punto delicato è la dichiarazione che accompagna gli animali secondo la quale non sono stati somministrati loro dei farmaci. In questo contesto la presenza nelle urine di un numero elevato di vacche di antinfiammatori, risulta un elemento anomalo che viene sanzionato, essendo in contrasto con la dichiarazione dell'allevatore.
Per chiarire la faccenda (uso illecito di farmaci o presenza di un metabolita naturale che interferisce nelle analisi) sono in corso accertamenti da parte dell'Istituto superiore di sanità e di altre strutture come gli istituti zooprofilattici e la facoltà di veterinaria dell'Università statale di Milano.