Cambiare le abitudini alimentari per salvare il pianeta dalla CO2? La zootecnia inquina come i trasporti? Alle tesi esposte in occasione del vertice di Copenhagen replicano AIA e Assocarni che chiedono meno demagogia e più scienza. Dati EEA svelano un ruolo marginale nelle emissioni di gas serra. Cambiare le abitudini alimentari per salvare il pianeta dalla CO2? Per Luigi Scordamaglia (Assocarni) questa tesi è "una vera e propria dichiarazione di guerra a un settore che ha una grande rilevanza economica e sociale, mescolando slogan e frasi fatte su una non ben definita dieta mediterranea che sarebbe basata su metodi di produzione agroalimentare più sostenibili".
La zootecnia è critica nei confronti del vertice di Copenhagen attorno al quale, secondo Assocarni, si è diffusa tanta "demagogia e disinformazione" sui presunti danni che gli allevamenti causano all'ambiente. Presunti perché "occorre confrontarsi sulla base di dati scientifici incontestabili e non strumentali". "Chi critica gli allevamenti- aggiunge- fa riferimento a dati scientifici tutti da dimostrare e a volte apertamente non veritieri".
Dello stesso parere il Presidente di AIA, Nino Andena che su Agrisole spiega: "se alcuni studi indicano un forte impatto ambientale da parte della zootecnia, altri la scagionano. Per esempio, dice, l'anidride carbonica messa a terra in dodici anni sparisce mentre la tecnologia con macchine innovative può aiutare ad estrarre e neutralizzare l'azoto". Secondo il Presidente degli Allevatori un vero pericolo potrebbe arrivare solo dal raddoppio degli allevamenti nei prossimi anni, una eventualità che "non si verificherà".
In un intervento per il Sole 24 Ore Scordamaglia ricorda che "secondo il Joint Research Centre dell'Unione Europea se tutti i cittadini adeguassero la loro dieta a quella mediterranea, arrivando ad una diminuzione dei consumi di carne fino al 59%, l'impatto sulle emissioni nella UE sarebbe minimo, compresa tra l'1% e il 2%". E ancora che la zootecnia contribuisce per il 2,8 al totale della produzione di gas serra, mentre il primato spetta ai settori energetico e dei trasporti, secondo dati ufficiali della Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA) e dell'Ispra nazionale.
Sul fronte politico si attendono le reazioni del Ministero dell'Ambiente che ha annunciato un piano nazionale di riduzione dei gas serra, mentre l'Europa è pronta a far rispettare i parametri di produzione dei nitrati.
Andena riferisce di aver chiesto in proposito una deroga a Bruxelles sul limite di 170kg/ha/anno di azoto, ma aggiunge che "con piccoli accorgimenti e con l'uso della tecnologia potremmo rientrare al di sotto dei 250-280 kg/ha/anno richiesti dalla Commissione Europea. Stime europee sul periodo 1990-2007 indicano emissioni di metano e composti di nitrati in calo del 20% nella UE e dell'8% in Italia.