Insulti, minacce, distruzione di beni personali, violenze psicologiche e aggressioni fisiche rappresentano purtroppo situazioni a cui con crescente frequenza sono sottoposti i medici veterinari deputati ai controlli sulla sicurezza alimentare. Il Presidente dell'Aivemp, Bartolomeo Griglio fa il punto della situazione e avanza proposte: problema sottostimato. Insulti, minacce, distruzione di beni personali, violenze psicologiche e aggressioni fisiche rappresentano purtroppo situazioni a cui con crescente frequenza sono sottoposti i medici veterinari deputati ai controlli sulla sicurezza alimentare. Il Presidente dell'
Aivemp,
Bartolomeo Griglio fa il punto della situazione e avanza proposte.
Il problema, scrive Griglio nell'editoriale dell'ultima AIVEMP Newsletter, è in generale sottostimato nel nostro Paese, che vede maggiormente esposti le colleghe ed i colleghi che operano le Regioni del sud ma con episodi ricorrenti ed altrettanto gravi nel centro nord, coinvolge aspetti relativi alla progettazione ed alla gestione del lavoro ed al suo contesto sociale ed organizzativo.
L'istituzione di un Osservatorio nazionale sull'attività e sullo stato di legalità in cui operano i servizi veterinari pubblici è una iniziativa lodevole ma non sufficiente, a nostro parere, ad un effettivo miglioramento della situazione.
L'impegno per affrontare efficacemente minacce e violenze sul posto di lavoro non deve essere visto come un'attività ‘una tantum' ma, al contrario, per le sue ricadute sull'efficacia dei controlli, sul benessere del personale e sull'immagine della pubblica amministrazione, deve essere inserito, a tutti i livelli, nella pratica lavorativa quotidiana.
Questo richiede che in tutti i posti di lavoro ad alto rischio di violenza da parte di terzi sia reso disponibile un codice di condotta per il personale, affiancato a linee guida comprendenti strategie di prevenzione e piani di crisi per la gestione di episodi di minacce e violenza da adottare nella pratica lavorativa quotidiana.
Dovrebbero essere previsti tre i livelli di intervento: prevenzione primaria, secondaria e terziaria. Gli interventi primari sono per natura proattivi (prevenzione) e volti alla riduzione dei rischi di minacce o violenza sul lavoro. Gli interventi secondari (strategie di intervento), hanno l'obiettivo di interrompere situazioni a rischio evitando l'aggravarsi del fenomeno. In presenza di segnalazioni di minacce e violenze occorre intervenire in modo tempestivo per la gestione del conflitto mediante incontri con il collega minacciato e con l'utente per l'individuazione delle cause, l'adozione di richiami ufficiali, la rotazione del personale con, nei casi più gravi o ripetuti, la comunicazione all'Autorità Giudiziaria e/o la sospensione del servizio. Gli interventi terziari, infine, hanno l'obiettivo di ridurre e sanare i danni del mobbing e della violenza. Questi includono, ad esempio, accordi aziendali e programmi di post-assistenza, consulenza e terapia psicologica.
Il Ministero, le direzione dei servizi hanno la responsabilità della sensibilizzazione delle Regioni, delle direzioni generali delle ASL e della implementazione delle strategie di intervento che attraverso una formazione specifica, la segnalazione e registrazione sistematica di tutti gli episodi che possono interferire a livello psicologico o fisico con lo svolgimento delle attività di controllo e la loro gestione, puntando a prevenire l'insorgere di situazioni di violenza con un approccio di servizio che eviti di lasciare i colleghi da "soli" nel rapporto con l'utenza.